Lo IOR pone le basi per un nuovo studio clinico contro i linfomi

Immagine di un linfoma della zona marginale nodale (per gentile concessione del Prof. Dr. med. S. Dirnhofer, Basilea)
Immagine di un linfoma della zona marginale nodale (per gentile concessione del Prof. Dr. med. S. Dirnhofer, Basilea)
Immagine di un linfoma mantellare (per gentile concessione del Prof. Dr. med. S. Dirnhofer, Basilea)
Immagine di un linfoma mantellare (per gentile concessione del Prof. Dr. med. S. Dirnhofer, Basilea)

Servizio comunicazione istituzionale

23 Marzo 2020

Un studio in laboratorio condotto dal Prof. Dr. med. Francesco Bertoni presso l’Istituto oncologico di ricerca (IOR, affiliato all’USI) ha dimostrato come una specifica combinazione di farmaci sia una strategia potenzialmente vincente nella lotta contro i linfomi. I risultati ottenuti in laboratorio hanno permesso ai ricercatori dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI, gruppo EOC) di sviluppare uno studio clinico insieme al Gruppo Svizzero di Ricerca Clinica sul Cancro. Lo studio di laboratorio è stato pubblicato su Blood Advances, rivista scientifica dell’American Society of Hematology (ASH).

 

Il contesto

Il sistema linfatico è uno dei sistemi naturali di difesa dell'organismo contro le infezioni e contro diverse patologie. I linfomi sono tumori che si originano dal sistema linfatico e sono suddivisi in diversi tipi, ognuno con caratteristiche, aggressività, evoluzione e prognosi diverse.

Il trattamento standard dei linfomi (chemio o radioterapia) ha spesso esito vincente, ma esistono linfomi refrattari che sviluppano capacità di resistere alla ai medicamenti e quindi non rispondo piu’ a questi approcci terapeutici. Esiste un noto gruppo di proteine che spingono le cellule tumorali a proliferare e a non rispondere più ai normali meccanismi di controllo. Sono le proteine del gruppo “PI3K” (famiglia di enzimi coinvolti in complessi meccanismi cellulari), che possono essere bloccate farmacologicamente, ad esempio con idelalisib, che è già in uso in clinica.

 

La scoperta

Dato che alcuni linfomi non rispondono alla terapia standard, risulta potenzialmente vincente la strategia volta a colpire i processi che sostengono la crescita delle cellule tumorali in uno o più punti. Lo studio pubblicato su Blood Advances, rivista della Società americana di ematologia (ASH), si concentra sul nuovo farmaco copanlisib, prodotto da Bayer, che blocca le proteine del gruppo PI3K, tra le principali regolatrici della crescita cellulare. I ricercatori Chiara Tarantelli (IOR) e Martin Lange (Bayer), assieme ad altri colleghi, hanno studiato l’attività di copanlisib in laboratorio. I risultati dello studio dimostrano che questo farmaco ha la capacità di ridurre la crescita dei linfomi in laboratorio, e l’effetto si ha sia su linfomi derivati da cellule B, sia da cellule T del sistema linfatico. Combinato con venetoclax - un farmaco che favorisce la morte cellulare programmata (apoptosi) - si potenzia l’effetto anti-tumorale dei due farmaci somministrati da soli. I risultati ottenuti in questo studio hanno fornito le basi per il disegno e lo sviluppo dello studio clinico guidato dal PD Dr. med. Anastasios Stathis (USI) presso l’Istituto oncologico della Svizzera italiana (IOSI). Lo studio condotto dal Gruppo Svizzero di Ricerca Clinica sul Cancro (SAKK) è aperto per pazienti con linfomi a cellule B refrattari e/o con recidiva. 

 

Per i riferimenti della pubblicazione:

https://ashpublications.org/bloodadvances/article-lookup/doi/10.1182/bloodadvances.2019000844

www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32126142

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