Fare informazione durante l'emergenza: come cambia il lavoro delle redazioni?

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Servizio comunicazione istituzionale

13 Aprile 2020

Cosa significa fare informazione oggi, durante l’emergenza coronavirus? Lo abbiamo chiesto a Simone Previatello, laureato all’USI nel 2004 e attualmente redattore e capoedizione de Il Quotidiano della Radiotelevisione svizzera RSI.

Il ruolo del servizio pubblico è fondamentale per informare costantemente la popolazione e aiutarla a comprendere una situazione così complessa. Per il giornalista che si occupa di cronaca regionale per la televisione pubblica, la routine in redazione è però cambiata. “Ora più che mai occorre fare riferimento alle fonti ufficiali per quanto riguarda i dati sanitari e le raccomandazioni alla popolazione per l’emergenza covid-19, filtrando segnalazioni che giungono dall'esterno e che sono spesso frutto di comprensibili paure. Per questo, ogni giorno viene contattata più volte una cellula di crisi che orienta su conferenze stampa, comunicati e disponibilità per interviste” spiega Previatello.

La giornata in redazione è scandita da nuovi ritmi di lavoro dettati da un tema principale, che da una parte può limitare l’autonomia e lo spirito critico che è alla base del lavoro giornalistico, e dall’altra influenza tutti i settori socialmente più importanti toccati dal servizio pubblico, come l’economia, la politica, la società, portando a raccontare la quotidianità della regione da nuovi punti di vista. “È un’occasione per entrare nelle case e raccontare di genitori e figli alle prese con l’e-learning e altre attività, per rivolgersi alle aziende e capire come corrono ai ripari, per confrontarsi con la politica, la quale rivede le sue priorità e aggiorna la sua agenda, o ancora per vedere come reagisce il settore sportivo e chi si occupa di eventi e turismo” continua Previatello.

Nuovi contenuti e nuove modalità di lavoro, all’interno di un campo professionale che racchiude una grande varietà di mestieri: “Si continua a raccontare storie e fatti regionali mantenendo le distanze sociali, con i nostri ospiti - organizzando interviste via skype o in presenza ma a distanza di sicurezza - ma anche con i collaboratori, come il cameraman, il personale tecnico, i montatori”. Una sfida per adattarsi alla situazione e comprenderla, anche per il giornalista: “si parte ogni giorno da una pagina bianca, per raccontare una malattia che nemmeno la scienza e la medicina conoscono fino in fondo, e di questo bisogna tener conto quando si interpellano gli esperti; nessuno ha certezze a portata di mano, ogni giorno ci sono nuove informazioni da considerare” conclude Previatello.

 

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