Nulla si sa, tutto si immagina. Il cinema di Federico Fellini e la letteratura

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Servizio comunicazione istituzionale

16 Settembre 2020

Fellini e la letteratura: un paradosso? È ben nota la sorniona abilità del regista di sottrarsi alla forza inquisitoria della parola, il suo continuo sfuggire a ogni esplicitazione di carattere intellettuale. La storia del rapporto tra Fellini e il cinema potrebbe rappresentarsi proprio come il progressivo disancorarsi dalla parola in favore di una libertà immaginativa sempre più spericolata.

Affermatosi nel mondo del cinema come abile sceneggiatore, una volta divenuto regista, proprio a partire da 8 ½, Fellini inizia via via a non visionare più il girato del giorno, a rinunciare alle sceneggiature per affidarsi all’improvvisazione dei suoi interpreti più affini. Un processo che conduce fino al suo ultimo film, La voce della luna: per tutte le riprese del film Benigni e Villaggio riceveranno da Fellini soltanto, al mattino, minuscoli foglietti con oracolari “istruzioni”. Eppure, in questo crescente abbandono rabdomantico alla propria fantasia, Fellini non ha fatto che rimanere fedele all’aspirazione più intima della letteratura, quella di approssimarsi al mistero e all’essenza mercuriale dell’esistenza, riassunta da quella frase dell’amato Leopardi – apocrifa eppure così vera – che riecheggia ne La voce della luna «Nulla si sa, tutto si immagina».

Sabato 26 settembre, a partire dalle ore 9.30 nel Boschetto Parco Ciani a Lugano, si tiene la giornata dedicata a Fellini e realizzata grazie alla collaborazione tra l’Istituto di studi italiani dell’USI e la Divisione eventi e congressi della Città di Lugano propone una coraggiosa esplorazione dei fondali letterari del cinema felliniano. Nella sessione mattutina Corrado Bologna, Valeria Galbiati, Giacomo Jori e Marco Maggi ne evocheranno i più significativi riflessi; nel pomeriggio Maria Cristina Lasagni e Stefano Prandi dialogheranno con Ermanno Cavazzoni, il cui Poema dei lunatici ispirò profondamente Fellini per la La voce della luna.

La narrativa di Ermanno Cavazzoni, scrittore, sceneggiatore e docente universitario, ha percorso temi squisitamente felliniani, rappresentando personaggi che nella bizzarria, nella follia e nella santità ascetica trovano l’effigie più autentica dell’umano (Il poema dei lunatici, 1987; Le tentazioni di Girolamo, 1991; Vite brevi di idioti, 1994; La galassia dei dementi, 2018): un itinerario creativo sorretto da una poetica delle “fantasticazioni” che sarebbe piaciuta molto a Fellini (Il limbo delle fantasticazioni, 2009).

 

PROGRAMMA

SESSIONE MATTUTINA

09:30-10:15 Corrado Bologna, Il Dante “mancato” di Fellini, Auerbach e il «senso creaturale dell’esistenza»
10:15-11:00 Valeria Galbiati, L’impossibile viaggio di G. Mastorna
11:00-11:15 Pausa caffé
11:15-12:00 Giacomo Jori, Fellini tra cinema e letteratura: appunti per un centenario
12:00-12:45 Marco Maggi, La dolce vita dei poeti

SESSIONE POMERIDIANA

18:30-19:30 Maria Cristina Lasagni e Stefano Prandi dialogano con lo scrittore Ermanno Cavazzoni
19:30-21:30 Proiezione del film di Federico Fellini "La voce della luna"

Per maggiori informazioni: [email protected]

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