Bertil Cottier alla testa di Reporter senza frontiere Svizzera

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Servizio comunicazione istituzionale

28 Settembre 2020

La libertà di informazione è il fondamento di ogni democrazia. Eppure quasi la metà della popolazione mondiale non ha ancora accesso ad un'informazione libera. D'ora in poi questa importante causa potrà avvalersi delle competenze del professore dell'USI Bertil Cottier, eletto alla Presidenza della Sezione svizzera di Reporter senza frontiere.

Lo scorso 14 settembre l'Assemblea generale ordinaria 2020 dei membri di Reporters sans frontières Svizzera ha eletto all'unanimità il professore di diritto dei media alla sua Presidenza. RSF Suisse è la sezione svizzera di RSF International, che si batte in difesa della libertà di stampa. «La sezione svizzera di RSF è orgogliosa di poter contare sulle eccezionali competenze, sulla rete e sull'esperienza internazionale di Bertil Cottier nel campo della libertà d'informazione», recita il comunicato stampa. Approfondiamo questa recente nomina con il diretto interessato.

 

Prof. Cottier, quali sono le sue motivazioni nel lanciarsi in questa nuova sfida?

Andare in pensione è una buona opportunità per un insegnante per passare finalmente dalla teoria all'azione. Per decenni ho tenuto corsi sulla libertà di informazione in tutte le sue sfaccettature e implicazioni, sottolineando in particolare che in molti Paesi si tratta di un bellissimo principio che purtroppo si applica solo sulla carta. Sono felice che d'ora in poi avrò più tempo per contribuire concretamente alla difesa delle condizioni di lavoro nei mass-media, che negli ultimi anni si sono profondamente deteriorate. I giornalisti investigativi devono fronteggiare un aumento delle intimidazioni:  se da un lato vengono portati in tribunale per diffamazione e calunnia, lì vengono perfino aggrediti fisicamente. La sicurezza dei giornalisti è quindi al centro delle preoccupazioni di Reporter senza frontiere.

 

Lei è un esperto di diritto internazionale dei media: quale valore aggiunto porta la sua specializzazione alla lotta in favore della libertà di stampa?

Gli standard internazionali di protezione dei diritti umani sono innanzitutto linee guida legali essenziali, a condizione che siano poste sotto il controllo di un organo giudiziario sovranazionale, come la Corte europea dei diritti dell'uomo (che ha fatto molto per concretizzare la libertà di informazione nel nostro continente). Questi standard sono inoltre dei segnali politici forti. La libertà di informazione è globalmente riconosciuta come un pilastro di qualsiasi sistema politico partecipativo: senza una stampa libera non c'è dibattito di idee, quindi nemmeno democrazia. Questa dimensione internazionale della libertà di informazione mostra che in ultima analisi si tratta di un valore umano e non di una specificità locale che altri Stati possono ignorare.

 

La Svizzera risulta sempre ai vertici delle classifiche sulla libertà di stampa (anche quest'anno si situa nei primi 10 posti su 180 Paesi censiti): da questa posizione privilegiata, come si opera per un'associazione come RSF?

I buoni risultati del nostro Paese consentono alla sezione svizzera di RSF di trasmettere il suo messaggio con una certa credibilità. Detto questo, non dobbiamo dimenticare che anche da noi ci sono derive e fallimenti: ogni volta si tratta di piccoli ostacoli o minacce. Questi devono essere denunciati allo stesso modo delle grandi derive all'estero. Non dobbiamo permettere che una cultura delle restrizioni prenda piede da noi.

 

Bertil Cottier è professore di Diritto dei media presso l’Università della Svizzera italiana e le Università di Losanna e di Neuchâtel, e membro della Commissione federale dei media. Dopo gli studi in Diritto, ha lavorato prima come cronista di giudiziaria per il quotidiano vodese 24 heures. Dal 1987 al 2005 è stato vicedirettore dell'Istituto svizzero di diritto comparato e dal 2004 al 2006 direttore del DEA per il diritto, la criminalità e la sicurezza delle nuove tecnologie presso le università di Losanna e Ginevra. Dal 2006 al 2010 è stato Vice-decano e poi Decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell'Università della Svizzera italiana. Parallelamente, Bertil Cottier ha svolto numerose missioni di esperti per il Consiglio d'Europa, il Centro per il controllo democratico delle forze armate di Ginevra e il Dipartimento federale degli Affari esteri, in particolare in Ucraina, Turchia, Bosnia-Erzegovina ed Egitto. È membro della Commissione Europea contro il razzismo e l'intolleranza.

 

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