BioMed PhD Day: insieme verso un futuro per la ricerca in biomedicina

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Servizio comunicazione istituzionale

16 Novembre 2020

Si è tenuta il 9 ottobre scorso la seconda edizione del BioMed PhD Day, giornata in cui i dottorandi della Facoltà di Scienze biomediche dell’USI hanno l’opportunità di presentare il loro progetto al pubblico, ma anche di stare insieme, conoscersi e condividere le proprie idee. Quest’anno l’evento è stato proposto sul nuovo Campus Est dell’USI e ha visto la partecipazione di una trentina di dottorandi (più del doppio rispetto alla prima edizione), provenienti da 10 diversi Paesi e iscritti a una delle sei specializzazioni dottorali in Scienze biomediche: immunologia, oncologia, neuroscienze, scienze cardiovascolari, scienze del farmaco e salute pubblica.

“Siamo una scuola recente, nata appena due anni fa, ma abbiamo già 31 studenti, e nel breve/medio termine potremo arrivare fino a 50”, spiega il professor Alain Kaelin, direttore del Neurocentro della Svizzera italiana e coordinatore della Commissione che gestisce i corsi di dottorato in Scienze biomediche all’USI. “Sono numeri significativi e dimostrano che c’è bisogno di una scuola come la nostra. D’altronde, non può esistere una Facoltà di medicina senza una scuola di dottorato: lo dicevamo all’inizio, e l’abbiamo dimostrato. Ma, allargando gli orizzonti, è lo stesso sistema ticinese della ricerca, nel suo complesso, ad avere bisogno di una scuola dottorale”.

Durante la mattina le giovani ricercatrici e ricercatori, solitamente dislocati geograficamente tra le diverse sedi degli Istituti partner (IRB, IOR, Cardiocentro Ticino, Neurocentro della Svizzera italiana) e dell’USI, hanno avuto l’opportunità di conoscersi e di scambiarsi idee, scoprendo a volte anche approcci o interessi di ricerca comuni tra ambiti distinti, oltre allo scoprire i possibili fondi di ricerca (grants) offerti agli studenti PhD. È stata anche l’occasione di eleggere una rappresentante degli studenti, Elena Vacchi, ricercatrice presso il Neurocentro, per facilitare la comunicazione tra gli studenti e il Collegio Dottorale.

La giornata intensa è stata divisa in momenti precisi: un poster walking delle dottorande e dottorandi del primo e secondo anno, le presentazioni pubbliche delle studentesse e studenti al terzo anno, e infine una lecture del Prof. Antonio Lanzavecchia sul tema – più che attuale – From memory cells to therapeutic antibodies and vaccines. “Sono stati presentati, durante la giornata, una ventina di progetti di alta qualità, suggellati dalla lezione magistrale di Antonio Lanzavecchia che ha contemporaneamente riassunto 30 anni di ricerca in immunologia e dato una prospettiva sul futuro, prossimo e non, di questo ramo della biomedicina”, ha commentato il Prof. Mario Bianchetti, Decano della Facoltà di Scienze biomediche.

Alla scuola dottorale dell’USI si possono candidare laureate e laureati in Medicina umana e discipline affini. Il programma dura un minimo di tre anni, al termine del quale viene presentata e discussa la tesi dottorale e conferito il titolo di “dottore di ricerca” (PhD). A quel punto molti continueranno a lavorare nei laboratori di ricerca come post-doc, avviandosi verso la carriera universitaria, mentre altri sceglieranno di operare presso aziende private, o enti pubblici. “La carriera accademica prevede una strada lunga e molto faticosa. In aggiunta, si deve tener conto che sia a livello nazionale che internazionale il numero di posizioni disponibili da professore oppure da ricercatore group leader è inferiore rispetto al numero totale di dottorandi”, sottolinea Vittorio Limongelli, professore di Farmacologia e Biologia computazionale all’USI. “È importante sottolineare e informare gli studenti che chi intraprende la strada della ricerca lo fa per passione e non per motivi economici. Vi sono difatti professioni meglio retribuite, però, a mio modo di vedere, la possibilità che offre il mondo della ricerca di incontrare e interagire con menti brillanti e di contribuire alla formazione di giovani ricercatori non ha prezzo”.

La parte pubblica dell’evento, con posti limitati a causa delle restrizioni di salute pubblica, è stata trasmessa in diretta per i ricercatori, clinici e membri della Facoltà interessati, che hanno potuto godere dell’interessante lezione magistrale del Prof. Lanzavecchia a distanza. Anche le nuove studentesse e studenti del Master in Medicina dell’USI appena avviato sono stati invitati a partecipare da remoto, allo scopo di avvicinarli all’affascinante mondo della ricerca. 

 

Per maggiori informazioni:
www.biomed.usi.ch/it/studiare/dottorato-scienze-biomediche/phd

Foto: Loreta Daulte, per gentile concessione di Ticino Scienza]

 

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