Competenze USI al servizio degli enti pubblici per le visioni territoriali degli agglomerati ticinesi

Immagine dell'agglomerato di Lugano (foto: TI-PRESS)
Immagine dell'agglomerato di Lugano (foto: TI-PRESS)

Servizio comunicazione istituzionale

12 Gennaio 2021

Piano direttore, Programma d’azione comunale, Masterplan… in Ticino gli strumenti a disposizione degli enti pubblici per intervenire sulla pianificazione del territorio sono molteplici, pur avendo come fil rouge quello di (ri)organizzare al meglio i vari comprensori comunali, obiettivo reso ancora più urgente a seguito dei processi aggregativi. La complessità di questi processi richiede approcci interdisciplinari, in alcuni casi corroborati da visioni internazionali oltre che locali. Per i progetti in corso nei due maggiori agglomerati ticinesi di Bellinzona e Lugano si sono creati dei ‘consorzi di progettazione’, che affiancano alle figure ‘tradizionali’ – urbanisti, architetti, ingegneri – esperti di altri ambiti come gli economisti, i geografi o i sociologi.

L’organizzazione territoriale a livello comunale (e cantonale) in precedenza era perlopiù un’attività svolta dagli addetti ai lavori presso le amministrazioni locali. I mutamenti intervenuti nella nostra società negli ultimi decenni, in termini quantitativi (aumento della popolazione, degli insediamenti produttivi ecc.) e qualitativi (nuovi aspetti da considerare come la salvaguardia dell’ambiente, la cura del paesaggio, il miglioramento della qualità della vita ecc.), hanno reso tale attività molto più articolata, moltiplicando le variabili in gioco. La conseguenza è che gli esecutivi pubblici fanno sempre più ricorso a “gruppi” eterogenei di esperti – molti dei quali esterni – come aiuto nella formulazione di visioni di sviluppo territoriale in grado di soddisfare e conciliare gli interessi e i desideri di tutti gli attori coinvolti. I processi aggregativi, inoltre, hanno dato ulteriore spinta a questo fenomeno.

Come ci spiega la Dott.ssa Barbara Antonioli Mantegazzini, docente e ricercatrice presso la Facoltà di scienze economiche dell’USI, “il ricorso a gruppi interdisciplinari che, oltre a portare la propria visione, affiancano e interagiscono con i rappresentanti degli esecutivi pubblici, permette di mettere a servizio di questi ultimi le forti competenze professionali, spesso maturate mediante lo sviluppo di progetti analoghi in contesti nazionali e internazionali. Il risultato finale viene incorporato in un documento che delinea gli indirizzi strategici di sviluppo territoriale per i decenni successivi. Questi gruppi forniscono un punto di vista esterno, neutrale, da coniugare con i desideri degli esecutivi e della popolazione, con cui si rapporta durante il proprio lavoro”.  

 

Pianificazione territoriale e competenze USI, oltre l’architettura

Le competenze in seno all’USI, in aggiunta a quelle riconosciute degli urbanisti e architetti dell’Accademia, sono state più volte messe a disposizione degli enti locali per i propri progetti urbani. Si pensi al 2008 e al Concorso internazionale di idee di urbanistica Pian Scairolo (CIPPS), vinto dal progetto GreenSKYrolo, la cui giuria era presieduta dall’economista Prof. Rico Maggi dell’Istituto di ricerche economiche dell’USI. Oppure al 2018, quando la Città di Bellinzona, nell’ambito del Mandato di studio in parallelo (MSP) per l’elaborazione del Programma d’azione comunale (PAC) per la pianificazione del territorio nel nuovo Comune, nominò un collegio di esperti incaricato di selezionare i gruppi interdisciplinari che avrebbero poi svolto il mandato parallelo. Nel collegio figuravano quale presidente l’architetto Riccardo Blumer, oggi Direttore dell’Accademia dell’USI a Mendrisio, e l’economista dell’USI Barbara Antonioli Mantegazzini.

 

Visioni di sviluppo e “squadre” internazionali per Lugano

A settembre il Collegio degli Esperti ha individuato tre gruppi responsabili dell’elaborazione di una visione dello sviluppo territoriale e urbanistico della Città di Lugano per i prossimi venti anni. Uno di questi vede come capofila lo studio KCAP Architects & Planners e include una vera e propria ‘squadra’ di professionisti, tra cui Architetti Tibiletti Associati, Claudio Ferrata, mavo, Studio Habitat, ARUP, IBV, AIDEC e ancora la Dott.ssa Antonioli Mantegazzini in veste di responsabile economista.

“Il mio compito consiste nel valorizzare il cosiddetto 'capitale territoriale', inteso come somma di capitale sociale e umano”, ci spiega la docente dell’USI. “Si tratta di risorse materiali e immateriali, non facilmente riproducibili, che costituiscono il patrimonio esclusivo di un sistema territoriale (enfatizzandone, quindi, l’attrattiva). Parliamo di infrastrutture, servizi, conoscenza, creatività, imprenditorialità, risorse naturali, patrimonio architettonico, relazioni sociali, saper-fare collettivo, senso di appartenenza, coesione sociale, urbanità ecc. Il territorio non dovrà essere un contenitore nel quale attori pubblici e privati operano come entità separate, bensì un sistema organizzato di imprese di produzione, servizi, amministrazioni, persone. In tal senso, il territorio si assume una sua responsabilità di sviluppo”.

 

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