Smartworking e il giusto equilibrio con il tempo libero

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Servizio comunicazione istituzionale

26 Ottobre 2021

Pandemia, lockdown, telelavoro: da un anno e mezzo siamo confrontati con questi termini e con ciò che implicano per l’organizzazione della quotidianità. Il telelavoro, in particolare, è ormai una realtà riconosciuta dai datori di lavoro e apprezzato da molti impiegati. Tuttavia, non sempre si riesce a trovare un giusto equilibrio fra tempo di lavoro e tempo libero. I sistemi informatici possono aiutarci in questo, come hanno dimostrato un gruppo di ricercatori, fra i quali Silvia Santini, professoressa della della Facoltà di scienze informatiche dell’USI e responsabile del progetto PROSELF, finanziato dal Fondo nazionale svizzero.

I dispositivi informatici non solo costituiscono spesso strumenti essenziali per svolgere il nostro lavoro, ma possono aiutarci a migliorare il nostro benessere e la produttività. Il nostro laptop, lo smartphone, lo smartwatch, e persino gli auricolari, sono strumenti che ci accompagnano costantemente e che possono essere utilizzati per tracciare le nostre attività e aiutarci a riflettere sulle nostre abitudini lavorative. Per esempio, possono aiutarci a ridurre le distrazioni durante le attività lavorative o suggerirci di fare una pausa.

"Nello studio che abbiamo condotto all’USI e in collaborazione con esperti di psicologia del lavoro, abbiamo analizzato un ricco set di dati raccolti dai sensori disponibili su diversi dispositivi – smartwatch, laptop e smartphone – adoperati da un gruppo di nove lavoratori sull’arco di una tipica settimana lavorativa. Questa analisi ci ha permesso di sviluppare nuovi modelli matematici per riconoscere automaticamente le il tipo di attività lavorative svolte e il livello di concentrazione durante tali attività. Queste informazioni, messe a disposizione del lavoratore, possono permettergli di valutare se, ad esempio, prende sufficienti pause durante una tipica giornata lavorativa, o se tende ad avere cali di concentrazione durante specifiche attività o periodi della giornata”, spiega la Prof.ssa Santini.

Secondo i ricercatori, la capacità di riconoscere automaticamente quando un utente è impegnato in un'attività lavorativa o sta facendo una pausa è quindi una caratteristica fondamentale che i dispositivi informatici personali dovrebbero implementare, con l’obiettivo di migliorare la gestione del tempo speso online. Ma non vi è un rischio che si sviluppino dispositivi "invasivi", che minano la privacy dei lavoratori? Ancora Santini: "Questo rischio c’è, soprattutto in uno scenario in cui tali tecnologie vengono utilizzate dal datore di lavoro. Il nostro scopo è però quello di rendere i lavoratori capaci di monitorare sé stessi, per migliorare il proprio benessere, senza la necessità di condividere i propri dati con altri, tanto meno con il datore di lavoro. I nostri studi si svolgono infatti nell’ambito del progetto PROSELF, finanziato dal Fondo nazionale svizzero, che ha come scopo quello di sviluppare sistemi informatici di automonitoraggio per supportare la produttività personale".

Sul tema commenta anche il Prof. Marc Langheinrich, Decano della Facoltà di scienze informatiche, esperto di privacy e usable security, e partner nel progetto PROSELF. “La tutela dei dati privati è un diritto fondamentale che naturalmente si applica anche al posto di lavoro. Dall’esperienza del telelavoro durante la pandemia osserviamo quanto i nostri spazi privati siano stati invasi da quelli lavorativi, con salotti o camere da letto trasformati in ‘uffici’. Anche per questo il tema della privacy ha un ruolo centrale in progetti di ricerca come PROSELF – non solo per rispettare le normative, ma anche per garantire l'accettazione e, in definitiva, il successo di tali strumenti per la produttività e il benessere. Ciò richiede non solo di integrare i più recenti approcci tecnici per la salvaguardia dei dati personali, ma anche di assicurare che gli utenti comprendano e mantengano il controllo di qualsiasi raccolta e utilizzo dei dati, un'area di ricerca chiamata 'usable security and privacy'".

 

Lo studio intitolato A Multi-Sensor Approach to Automatically Recognize Breaks and Work Activities of Knowledge Workers in Academia è disponibile online qui: 
https://dl.acm.org/doi/10.1145/3411821

 

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