La civiltà dell'anatomia: il genere delle Anatomie letterarie nell'Italia del Seicento

Pomponio Tartaglia, Notomia spirituale dell'uomo, p. II, Perugia, 1647
Pomponio Tartaglia, Notomia spirituale dell'uomo, p. II, Perugia, 1647
Giulio Casseri, Tabulae anatomicae (1627), Francofurti, 1632
Giulio Casseri, Tabulae anatomicae (1627), Francofurti, 1632

Servizio comunicazione istituzionale

20 Ottobre 2021

Prende l’avvio il progetto The "Civilization of Anatomy”: the genre of Literary anatomies in Seventeenth-century Italy -“La civiltà dell’anatomia”: il genere delle Anatomie letterarie nell’Italia del Seicento, la cui responsabile è Linda Bisello, docente ricercatrice all’Istituto di studi italiani (Facoltà di comunicazione, cultura e società). Il progetto si fonda sulla collaborazione con un gruppo di ricerca dello stesso Istituto e con partner esterni, a rafforzare l’impostazione interdisciplinare del lavoro.

Sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, il piano di ricerca si concentra sui rapporti tra sapere medico e cultura umanistica nella prima età moderna, in riferimento agli effetti modellizzanti dell’anatomia su tutte le forme di sapere e sulle arti di quell’epoca. La ricerca parte dalla raccolta, avviata fin dal 2015, di un corpus di testi di Cinque e Seicento appartenenti a diverse tipologie letterarie, ma accomunati dal titolo aggregante di “anatomie”, e prima d’ora non studiati come genere organico dalla tradizione critica italiana. All’esame di questi testi si affianca lo studio dei modi di ricezione e appropriazione del metodo anatomico attraverso le Accademie letterarie e artistiche, concreto crocevia di esperienze biografiche, e tramite storico della diffusione di uno sguardo moderno sulla realtà che ha la sua origine nella visione diretta, “autoptica”, propria dell’anatomia. Obiettivo del progetto è dimostrare che i testi del corpus – raccolti in una “Biblioteca anatomica” pubblicata in open access tra le raccolte digitali del Museo Galileo di Firenze, Project Partner istituzionale - assimilano il metodo anatomico nei loro strati più profondi, adottandone il metodo di analisi (cioè l’ordine della dissezione) e promuovendolo a criterio di organizzazione del sapere e dei testi stessi. 

Come dichiara il prof. Stefano Prandi, membro del Progetto e Direttore dell’Istituto di studi italiani (Facoltà di comunicazione, cultura e società - Università della Svizzera italiana): “Il progetto è maturato nel contesto di collaborazioni già operanti nel nostro Istituto, e rispecchia quella vocazione interdisciplinare alla base nella nostra concezione plurale e aperta di civiltà italiana, dove per tradizione dialogano le arti e le diverse forme di sapere. Siamo lieti di cooperare con la prestigiosa istituzione del Museo Galileo di Firenze, che pubblicherà, tra le sue collezioni in libero accesso, dei testi che sono il documento primario di una ricerca alla confluenza tra letteratura, storia del pensiero medico, arti visive e storia della lingua”. 

Nel sottolineare la rilevanza del riconoscimento ottenuto, il Decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società, prof. Luca M. Visconti, mette in luce due meriti principali del progetto di ricerca: “In primo luogo, il progetto permette di comprendere meglio come la medicina abbia influenzato la cultura cinque-seicentesca. Questa comprensione ci connette con la nostra contemporaneità, in cui la pandemia ha visto affermarsi un modello biomedico di gestione della società. Questo conferma che ogni ricerca, anche se diretta alla ricostruzione del passato, deve e può interrogarci sul presente. Il secondo merito del progetto riguarda la sua capacità di eseguire il ‘terzo mandato’ della nostra Facoltà, che consiste nel condividere e divulgare la nostra ricerca al di fuori dell’ambiente accademico. Il partenariato con il Museo Galileo, e la sua politica di open access, garantiscono dunque una circolazione ampia dei frutti del lavoro che sarà svolto nel prossimo quadriennio”.

Anche Marco Ciardi, Direttore scientifico del Museo Galileo e Professore ordinario di Storia della Scienza presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia all’Università di Firenze, ribadisce l’importanza di questa collaborazione: “Il rapporto tra scienza, lettere, arti e filosofia non solo è stato uno dei segni distintivi della modernità, ma rappresenta uno degli strumenti essenziali per progettare il futuro, a partire dalla scuola, dove iniziative come questa potrebbero rappresentare anche un modello per stimolanti e istruttivi percorsi didattici”.

 

Nel pdf allegato potete trovare le seguenti illustrazioni:

  • Giulio Casseri, Tabulae anatomicae (1627), Francofurti, 1632;
  • Pomponio Tartaglia, Notomia spirituale dell'uomo, p. II, Perugia, 1647.

 

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