Verso una leadership inclusiva nel mondo accademico

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Servizio comunicazione istituzionale

7 Marzo 2022

Si parla spesso del cosiddetto “soffitto di vetro” che impedisce a molte donne di raggiungere posizioni quadro o dirigenziali, sia nel settore privato che all’interno delle istituzioni. Non fa eccezione il mondo accademico. In Svizzera, secondo un recente report di She Figures condotto dalla Commissione Europea, le donne costituiscono solo il 24% del corpo docenti delle 12 università presenti sul territorio. Percentuale che è di poco inferiore alla media degli stati membri dell’UE, che si attestano al 26%. Un fenomeno che è comune a tutti i Paesi e le discipline, e che viene ricondotto alla cosiddetta “leaky pipeline”, letteralmente “conduttura che perde” e che fa sì che il numero di donne che rinunciano ad incarichi nel mondo accademico sia più elevato rispetto al tasso di abbandono dei colleghi uomini.  Motivare sempre più professoresse attive nelle università svizzere ad assumere posizioni dirigenziali nei loro atenei diventa quindi essenziale. Per questo motivo, l’Università della Svizzera italiana partecipa a High Potential University Leaders Identity & Skills Training Program - Inclusive Leadership in Academia (2021-24) un progetto cooperativo, guidato dall'Università di Zurigo, a cui USI prende parte nell'ambito del programma di swissuniversities "Diversità, inclusioni e pari opportunità nelle scuole universitarie".  La seconda edizione di questo programma, attualmente in corso, vede la partecipazione di Silvia Santini, professoressa presso la Facoltà di scienze informatiche, alla quale abbiamo chiesto in cosa consiste questo progetto, qual è la sua importanza e rilevanza a livello pratico.

Al fine di motivare un numero sempre maggiore di professoresse ad assumere posizioni quadro a livello dirigenziale nelle università in cui sono attive il progetto offre seminari di formazione manageriale, attività di networking tra le partecipanti al progetto, nonché sessioni di coaching privato per ciascuna partecipante. In Svizzera ed in molti altri paesi il numero di donne che ricopre ruoli dirigenziali negli atenei – ad esempio come Decane, Prorettrici, Rettrici – è basso e non proporzionale al numero di professoresse attive negli atenei stessi. Allo stesso tempo è noto che la diversità dei membri di organi dirigenziali è fondamentale per garantire la buona conduzione di una istituzione e per gestire con lungimiranza e trasparenza i rischi a cui essa si espone. È quindi cruciale promuovere la diversità – di genere e non solo – nelle dirigenze universitarie, ed il progetto si pone come obiettivo pratico quello di aumentare la percentuale di donne attive in tali contesti. 

 

Quale è stata la sua esperienza di carriera nella governance universitaria? 

All’USI sono membro del Senato Accademico sin dalla sua istituzione nel 2017, e dal gennaio 2020 sono membro del Consiglio dell’USI (CU). Ho inoltre ricoperto ruoli in diverse commissioni sia in seno alla Facoltà di scienze informatiche, di cui sono membro, sia a livello universitario. La partecipazione al programma H.I.T. è anche un modo per riflettere sul proprio percorso e valutare e prepararsi a possibili sviluppi futuri. 

 

Come reputa la situazione in Ticino e in Svizzera in merito all’inclusione e alla diversità nella leadership universitaria?

Nella mia percezione sia in Ticino e in Svizzera così come in molti altri contesti, cresce sempre di più la consapevolezza dell’importanza di promuovere inclusione e diversità a tutti i livelli della gestione di una istituzione. In questo senso le università sono chiamate a svolgere un ruolo esemplare e la sensibilità nei confronti di questa tematica è sicuramente cresciuta molto negli ultimi anni. C’è però purtroppo ancora tanta strada da fare.

 

Inclusione e diversità: come si possono promuovere attivamente nel contesto istituzionale?

In primis con gli strumenti che sono propri di una università: la conoscenza e la formazione. Per essere veramente abbracciati come valori di una istituzione, deve essere diffusa la consapevolezza del ruolo fondamentale che inclusione e diversità – così come tolleranza, rispetto, trasparenza, responsabilità – svolgono nel garantire la sostenibilità e prosperità a lungo termine di una istituzione, nonché dell’intera società. È importante non solo includere questi concetti nella terminologia quotidiana, ma anche viverli ogni giorno, sul campo. In questo senso ritengo anche fondamentale che il tema venga trattato anche attraverso formazioni mirate, a tutti i livelli dell’istituzione, con lo scopo di promuovere attivamente una cultura dell’inclusione e della diversità.

 

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