Aziende, responsabilità, corruzione. Per cambiare le cose, è necessario capirle

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Servizio comunicazione istituzionale

11 Aprile 2022

Era il 2016 quando in Svizzera venne depositata un'iniziativa popolare dal titolo "Per imprese responsabili - a tutela dell'essere umano e dell'ambiente". L'iniziativa chiedeva che la Confederazione adottasse misure legali che avrebbero obbligato le imprese a rispettare i diritti umani e l'ambiente non solo sul territorio elvetico, ma anche all'estero. Il Parlamento però raccomandò al Popolo e ai Cantoni di respingere l'iniziativa, adottando comunque un controprogetto indiretto che è poi entrato in vigore. A distanza di quasi sei anni da questa iniziativa, vogliamo fare un punto della situazione, chiedendoci se la Svizzera rispetti o meno i diritti umani e l'ambiente e vogliamo farlo con l'aiuto di Jean-Patrick Villeneuve, professore straordinario di Amministrazione e management pubblico presso l'Università della Svizzera italiana.

 

La questione della responsabilità delle aziende per le conseguenze sociali e ambientali delle loro attività economiche nel mondo da decenni è oggetto di dibattiti a livello nazionale e internazionale. Già l'ONU nel 2011 aveva stilato i Principi guida per le imprese e i diritti umani. A che punto siamo?

In teoria, la maggior parte delle persone concorda sul fatto che le istituzioni, sia quelle pubbliche che quelle private, debbano rispettare regole e normative comuni, in particolare quando si tratta di aspetti fondamentali come i diritti umani, il rispetto dell'ambiente, delle minoranze, della giustizia e altri ancora. A livello nazionale, in Svizzera, abbiamo regole chiare e meccanismi sanzionatori efficaci: le organizzazioni quindi sanno quali sono le regole del gioco. Essendo l'economia sempre più globalizzata, le istituzioni operano regolarmente oltre i confini nazionali e giurisdizionali. Attraverso un progetto del Fondo nazionale svizzero (FNS), io e il mio gruppo di ricerca analizzeremo come le compagnie elvetiche che operano all'estero affrontano uno degli aspetti più problematici, ossia quello della corruzione. Ci concentreremo in particolare sulle modalità con cui le aziende identificano i casi di corruzione, su come li trattano e come sviluppano strategie per contrastare questo fenomeno. Cercheremo di capire come tutto questo si accorda con il quadro legale e istituzionale del loro paese d'origine, la Svizzera. Credo che per cambiare le cose, sia necessario capirle e questo progetto rappresenta un passo verso la comprensione del fenomeno.

 

Al giorno d'oggi ci si trova di fronte a una responsabilità globale senza precedenti. Come dovrebbe comportarsi la Svizzera in questo momento?

Uno degli approcci adottati per affrontare queste sfide è stato lo sviluppo degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, i cosiddetti SDG. Una sorta di road map che serve da solida, anche se imperfetta, formalizzazione di questi imperativi. La lista include l'obiettivo nr. 16, Pace, Giustizia e Istituzioni forti, che mira a promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli, soprattutto attraverso la lotta alla corruzione nelle organizzazioni pubbliche e private.

In questo ambito la Svizzera ha una responsabilità particolare poiché è di uno dei luoghi chiave in cui si discutono e si negoziano gli accordi internazionali. Tuttavia, come paese ricco e sviluppato, dovrebbe anche avere un "devoir d'exemplarité", ossia essere d'esempio. Questo essere 'esemplari' richiede però conoscenza e analisi. Con il mio team stiamo studiando il modo in cui le istituzioni internazionali coinvolgono i cittadini nelle decisioni. In un progetto finanziato dallo Swiss Network for International Studies (SNIS), esaminiamo il sistema commerciale globale, i suoi attori, e come interagire per assicurare lo sviluppo di politiche migliori. 

 

È possibile responsabilizzare le aziende svizzere all'estero? Se sì, come?

Uno degli aspetti principali nel trattare con realtà internazionali, è quello di avere informazioni solide e chiare. Occorre avere informazioni per agire, e, ancora più importante, è il fatto che comunicando informazioni, essendo trasparenti sulle situazioni (sui diritti umani, sulle responsabilità ambientali) crediamo che i paesi e le istituzioni, pubbliche e private, saranno ulteriormente spinte ad agire correttamente. Una cosa è abusare delle norme quando nessuno ne è a conoscenza, tutt'altra storia è riuscire ad abusarne quando tutti le conoscono. È in questa direzione che l'agenda della governance è andata avanti negli ultimi anni. Istituzioni come l'Open Government Partnership e Transparency International (entrambi partner dei miei progetti di ricerca) hanno spinto per dinamiche più aperte e trasparenti. L'obiettivo è quello di sapere come operano i governi e le compagnie private al fine di rendere queste istituzioni più responsabili.

 

In che modo è possibile prevenire la corruzione se parliamo di aziende che operano all'estero?

In primo luogo, bisogna avere chiaro che, a parte il comportamento illegale delle imprese che abusano delle leggi nazionali o approfittano di un sistema giudiziario debole, tipico dei paesi più poveri, le compagnie vedono nella corruzione un vero problema per loro. Un problema che genera costi, incertezze giuridiche e ritorsioni della concorrenza. Una delle soluzioni che tutti gli attori auspicherebbero è quella di avere, come osserviamo a livello nazionale in Svizzera, un sistema di regole chiaro e univoco con un meccanismo di implementazione solido ed efficace. Purtroppo questo non è il caso nella realtà internazionale. Questi scenari diventano ancora più pregnanti quando un'organizzazione ha a che fare con diverse giurisdizioni che potrebbero generare problemi simili, ma tutte con le loro realtà specifiche.

La corruzione ha un costo evidente per le imprese, ma anche per la società nel suo insieme. In un progetto finanziato dal SSHRC (Social Sciences and Humanities Research Council of Canada) stiamo esaminando i costi istituzionali della gestione della corruzione. Analizziamo qual è l'impatto della corruzione sulla fiducia dei cittadini nel governo, nella soddisfazione dei servizi e sulla democrazia stessa.

Un modo per affrontare i problemi di corruzione, e altri tipi di abusi fondamentali, è rendere le istituzioni più aperte e trasparenti, ma anche assicurare che una pluralità di voci sia ascoltata a livello sociale. Affrontare la corruzione, così come gli abusi dei diritti umani, passa anche attraverso una democrazia più attiva ed energica. In un progetto di ricerca recentemente completato con Innosuisse, abbiamo analizzato un modello specifico di impegno civico. L'idea è di andare "oltre le urne". Fare in modo che i cittadini abbiano voce in capitolo non solo nell'elezione dei funzionari, e in Svizzera nel dire sì o no ad una votazione, ma anche a partecipare realmente a una definizione delle politiche e delle proposte politiche.

In conclusione, spetta a noi, cittadini, fare in modo che le nostre istituzioni pubbliche costruiscano un quadro solido e robusto in questa direzione. Nelle università il nostro ruolo è quello di analizzare e valutare come questo possa essere raggiunto. Quali sono i motori e i meccanismi per una società più democratica, aperta, trasparente e responsabile.

 

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