CFP_(Ri)costruire le Alpi?_Extended deadline

Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura

Data d'inizio: 15 Aprile 2019

Data di fine: 17 Aprile 2019

SCADENZA PROROGATA - EXTENDED DEADLINE

Call for paper

(Ri)costruire le Alpi?

A 100 anni dalla pubblicazione di Die alpine Architektur di Bruno Taut

 

 

Nel 1919 veniva pubblicato il volume di Bruno Taut Die alpine Architektur. Il testo era stato composto durante la Prima guerra mondiale, avendo sullo sfondo gli eccidi di massa e le distruzioni determinate dal conflitto.

Ponendosi “al di sopra della mischia”, Taut volgeva il suo sguardo alle montagne e alle loro vette come un campo libero nel quale esprimere le potenzialità costruttive ed edificatorie dell’essere umano all’interno del quale la comunità umana avrebbe potuto riconciliarsi con se stessa.

Da luogo estremo e ostile alla presenza umana le Alpi si sarebbero trasformate nel terreno di gioco architettonico e decorativo di un’umanità finalmente libera di fare di esse una casa del futuro.

Ma le montagne rappresentavano al tempo stesso una sorta di “trampolino verso le stelle” e verso infinite potenzialità di trasformazione e di edificazione.

 

Die alpine Architektur, nelle intenzioni del suo autore, era teso verso una meta di progresso spirituale prima ancora che architettonico, volto a cancellare l’opposizione archetipica tra bassoe altocaratteristica della simbologia alpina, lasciando intatto solo l’alto.

 

La potenza delle visioni di Taut, rivolte alla modifica radicale dell’ambiente naturale alpino è stata recepita in modi diversi dalla cultura del XX secolo creando ora “imbarazzo” ora contrasto con il solido lavoro del Taut architetto.

 

A cento anni di distanza il libro pone una serie di problemi che sono di una scala immensa, e interessano numerose tipologie di studiosi. Qui di seguito vengono proposte alcune tematiche possibili senza escluderne altre:

  1. Dal punto di vista del paesaggista, dello studioso dell’ecologia e dell’ambiente, dello storico dell’arte, dello storico dell’architettura e dello storico delle Alpi come possono essere inquadrate le “visioni” di Taut?
  2. È possibile leggerle semplicemente come l’esito dei processi di trasformazione del paesaggio alpino particolarmente violenti nel XIX secolo (con la nascita dell’alpinismo, gli ascensori per condurre i turisti in luoghi panoramici, i Grand Hotelsulle vette, la tecnologizzazione delle Alpi) e che verranno esasperati nel XX secolo con l’esplosione dell’economia dello sci?
  3. Le immagini di Taut si devono invece ricondurre, agli antecedenti rappresentati da Violet-le-Duc e Hablik? Agli utopisti francesi o alla lezione dell’“architetto” Paul Scheerbart?
  4. Quali legami esistono tra la dimensione pratica dei progetti presentati da Die alpine Architekture la dimensione utopistica dei progetti degli anni Venti?
  5. Quali sono i legami con l’architettura gotica e la «percezione delle Alpi quale gigantesca cattedrale»?
  6. I fondovalle “pieni” del XXI secolo possono essere posti in relazione con le visioni di Taut?
  7. I progetti di Die alpine Architekturhanno potenzialità economiche simile a quella delle realizzazioni di Christo (The Floating Piers)? Come scrive Le Corbusier a proposito delle potenzialità economiche della riedificazione del centro di Parigi anche Taut immagina di poter produrre ricchezza attraverso l’edificazione?
  8. Nella visione di Taut le montagne che cosa sono? Il luogo dell’utopia o della distopia se il “consumo di territorio” e il “consumo di paesaggio” sono portati alle loro estreme conseguenze?
  9. Quali rapporti ci sono tra le vedute del Die alpine Architekturnelle quali «i disegni di forme libere non-convenzionali [e mastodontiche decorazioni] cambiano il paesaggio naturale come se fosse consentito loro di invadere il globo» e l’ammirazione per il “lindore” e la semplicità dell’architettura giapponese?
  10. Come si concilia una visione così fortemente colonizzatrice dell’architettura, con le posizioni politiche di Taut e i suoi percorsi di vita che lo estromettono dalla Germania, dall’Unione Sovietica e lo vedono costretto a emigrare in Giappone a in Turchia?

 

Le giornate di studio potranno essere il momento per fare il punto sulla situazione degli studi dedicati a questo interessante intellettuale, architetto e artista e contribuiranno a porre nuove e più stimolanti domande sul suo lavoro, anche su quel “lato oscuro” di esso che appare oggi così evidente.

 

Il convegno Inattualità di Bruno Taut (1880-1938)? A 100 anni dalla pubblicazione di Die alpine Architekturi, si terrà a Mendrisio, presso l’Accademia di architettura, nelle giornate del 7 e 8 novembre 2019.

 

Il termine per l’invio delle proposte, inizialmente fissato per il 15 marzo 2019, è stato prorogato al 15 aprile 2019

 

Gli abstract dovranno indicare chiaramente:

titolo di lavoro del paper;

autore/i del paper;

istituzioni di riferimento dell’autore;

indirizzo mail e telefonico dell’autore.

 

Gli abstract non dovranno superare le 2000 battute (spazi compresi).

 

Per l’invio degli abstract e per ulteriori informazioni: 

[email protected]

[email protected]

 

Facoltà