L'intrattenimento nell'era liquida: oggi l'accesso conta più del possesso

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Servizio comunicazione istituzionale

29 Aprile 2024

È definita l’era liquida. Ovvero un’era, quella attuale, in cui i prodotti letterari e audiovisivi vengono sempre più acquistati e fruiti in formato digitale. La dinamicità garantita dalle nuove piattaforme online, come quelle streaming, rende impietoso il paragone con un passato nemmeno troppo lontano. Un passato fortemente legato agli oggetti fisici come i libri, i CD, i DVD e via dicendo, che nell’ambito del commercio stanno vivendo un'importante crisi.

Il cambio di paradigma, inevitabilmente, non sta tuttavia toccando soltanto l’economia. Bensì pure la cultura e la società umana. Che, come in molti altri contesti, si sta pian piano evolvendo. O meglio, trasformando, per rimanere al passo con i tempi. “La fruizione di questi prodotti sta subendo trasformazioni molto significative, sia in termini tecnologici che culturali” conferma Katharina Lobinger, Vice Decana della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI, in un'intervista pubblicata sulle pagine del Corriere del Ticino (edizione di lunedì 29 aprile). “Da una parte la transizione da formati fisici - pensiamo ai DVD e ai blu-ray - a formati digitali ha cambiato radicalmente il mercato” prosegue la Professoressa straordinaria dell’USI, “Dall’altra, sono pure cambiate le nostre abitudini, che riguardano i più giovani ma non solo. Gran parte della popolazione, infatti, sfrutta i contenuti in streaming o con abbonamenti e non cerca più un complemento fisico. Oggi si tratta solo di scegliere il dispositivo attraverso il quale usufruire di un determinato prodotto, e ne possiamo usare anche diversi, complementari. Possiamo passare da un dispositivo all’altro”.

Un’evoluzione che, rileva Lobinger, si declina in una conseguenza tangibile: “Oggi è più importante avere a disposizione un accesso, con più scelte, piuttosto che un oggetto fisico. La distinzione sociale che una volta derivava dalle collezioni di oggetti, in gran parte si trasferisce lì. Al massimo traspare nelle playlist, ma non più nell’acquisto di tutti quei prodotti che in questa epoca restano validi per gruppi sempre più ristretti».

L’intervista integrale a Katharina Lobinger, sul Corriere del Ticino, è consultabile scaricando il PDF allegato.

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