Quanto è ricca la ricerca in Europa?

Institutional Communication Service

26 August 2003

Seminario internazionale all’USI sul finanziamento della ricerca scientifica a livello europeo, venerdì 29 agosto 2003

Il finanziamento della ricerca è un tema di stretta attualità. Nel quadriennio 2004-2007 i sussidi federali destinati alla ricerca e la formazione superiore aumenteranno verosimilmente del 5%. La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale ha infatti deciso di seguire il Consiglio degli Stati. La decisione finale è attesa nella prossima sessione autunnale. Considerata la situazione economica e lo stato delle finanze federali, l’incremento del 5% può essere ritenuto soddisfacente per garantire la qualità e l’innovazione in un settore d’importanza strategica. Ma quale è in realtà il livello di finanziamento del nostro sistema scientifico? Stiamo meglio o peggio dei paesi vicini? Quali sono inoltre le differenze nei criteri d’attribuzione dei finanziamenti fra i diversi paesi? A questi interrogativi cercherà di rispondere un seminario internazionale organizzato dall’Istituto Comunicazione e Educazione della Facoltà di scienze della comunicazione dell’USI che avrà luogo venerdì 29 agosto 2003 nell’aula 321 del Campus di Lugano. Il seminario è finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica e dal Cantone Ticino.

Negli ultimi decenni le modalità di finanziamento della ricerca scientifica nei principali paesi europei sono profondamente cambiate. Se negli anni cinquanta e sessanta l’ammontare dei finanziamenti è cresciuto in modo continuo e molto rapido, l’evoluzione si è fatta più incerta a partire dalla crisi petrolifera degli anni settanta. Le difficoltà finanziarie dei poteri pubblici hanno toccato anche la ricerca e la formazione superiore con periodi di stagnazione piuttosto prolungati, come in Svizzera nella seconda metà degli anni novanta. Sul lungo termine l’evoluzione in Svizzera dei mezzi finanziari investiti alla ricerca scientifica é in ogni modo abbastanza confortante: il livello reale dei finanziamenti è circa triplicato negli ultimi 30 anni. E’ tuttavia evidente che queste fasi di difficoltà incidono sul funzionamento delle attività di ricerca.

Lo stato ha inoltre modificato le priorità e le modalità di attribuzione dei finanziamenti alla ricerca scientifica in una duplice ottica. A partire dagli anni settanta si osserva da un lato un interesse crescente nella ricerca volta a risolvere i problemi sociali e a produrre ricchezza. Dall’altro lato in molti paesi lo stato pone maggiormente l’accento sull’efficienza nell’utilizzo dei fondi pubblici e sulla valutazione della “produttività” della ricerca: ad esempio in Inghilterra i fondi destinati alle università e agli istituti di ricerca sono attribuiti direttamente in rapporto al numero di pubblicazioni scientifiche e di altri risultati utili ottenuti nella ricerca. Queste tendenze rischiano di premiare le ricerche che danno risultati a corto termine a scapito delle indagini che contribuiscono maggiormente al progresso del sapere umano; con le attuali procedure di selezione Einstein non sarebbe probabilmente mai stato ammesso né all’università né a svolgere attività di ricerca!

Il seminario di Lugano si propone di discutere in modo approfondito questi temi, confrontando in particolare le evoluzioni in diversi paesi europei (Svizzera, Francia, Germania, Italia e Olanda) per quanto riguarda il livello complessivo dei finanziamenti, ma anche la scelta dei tempi e delle modalità d’attribuzione dei sussidi. Un rappresentante dell’Organizzazione della Cooperazione e Sviluppo in Europa (OCSE) presenterà inoltre i risultati di uno studio comparativo sulla gestione ed il finanziamento dei sistemi della ricerca nei paesi membri. Il seminario si svolge entro la rete scientifica dedicata alle politiche della ricerca nella società della conoscenza, coordinata dal Politecnico federale di Losanna, a cui partecipa anche l’Università della Svizzera italiana.

Informazioni:

Benedetto Lepori, servizio ricerca USI/SUPSI, tel. 091 912 46 14; e-mail: [email protected].