Il caso di Chandigarh e Brasilia

Institutional Communication Service

9 March 2007

All’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana la chiusura della mostra Twilight of the Plan: Chandigarh and Brasilia (ovvero Il Crepuscolo del Piano: Chandigarh e Brasilia) diventa occasione per un nuovo momento di dibattito ed incontro.

Martedì 13 marzo 2007 alle ore 18.30 Stanislaus von Moos, professore a Mendrisio, introdurrà una serata aperta al pubblico parlando della città come progetto mediatico. Seguiranno l’intervento di Mali Genest della Collection de l’Art Brut di Losanna, nota istituzione museale, sullo scultore Nek Chand, e l’intervento di Cecilia Liveriero Lavelli dell’Accademia di Mendrisio su tre cronisti di vita urbana, i registi Alain Tanner, Antônio Carlos de Fontoura e Philippe de Broca.

Chi non avesse ancora avuto modo di visitarla, potrà quindi concedersi la possibilità di apprezzare una mostra che ha riscosso grande successo per l’approfondimento dei contenuti.

La serata prenderà avvio con un’introduzione di Stanislaus von Moos sulle città di Chandigarh e Brasilia che, sia per via della situazione storica del periodo della decolonizzazione, sia per via della fama degli architetti e urbanisti che vi hanno lavorato, sono state oggetto d’illustri campagne fotografiche e cinematografiche sin dal momento della loro fondazione.

Mali Genest proporrà, invece, un intervento dal titolo Le Royaume des dieux et des déesses.
Le Rock Garden de Chandigarh (per il quale è prevista la traduzione simultanea in italiano) sulla figura di Nek Chand, artista autodidatta indiano nato nel 1924 nei pressi di Lahore che ha creato il famoso Rock Garden di Chandigarh (il Giardino di Pietra) che, con i suoi tremila visitatori giornalieri, si dice sia il secondo luogo più visitato dell’India dopo il Taj Mahal. Durante i lavori di costruzione della città di Chandigarh Nek Chand aveva l’incarico di responsabile delle strade. Ogni giorno, finito il turno di lavoro, si recava in bicicletta fino ai contrafforti dell’Himalaya e raccoglieva delle pietre che depositava in una zona selvaggia ed inospitale lungo il percorso. Nello stesso luogo, poi, portò altri oggetti e frammenti di recupero (ceramica, pezzi di bicicletta, materiale elettrico ecc.) prelevati dai cantieri sparsi per la città e, in clandestinità, iniziò a realizzare con questi materiali una moltitudine di raffigurazioni di personaggi e animali. Quando le autorità indiane, nel 1975, scoprirono il sito, abusivo, ma di grande fascino, dimostrarono una sensibilità non comune decidendo di nazionalizzarlo, bonificarlo ed aprirlo al pubblico.

A conclusione della serata, Cecilia Liveriero Lavelli della cattedra Stili e tecniche del cinema dell’Accademia parlerà di Alain Tanner, Alberto Cavalcanti, Philippe de Broca: tre cronisti di vita urbana, presentando degli estratti del film di Tanner, Une Ville à Chandigarh – Le Corbusier (1966) e delle pellicole di de Fontoura, Brasília segundo Alberto Cavalcanti (1982) e di de Broca, L’Homme de Rio (1964).

La serata conclusiva dedicata alle città di Chandigarh e Brasilia è prevista per martedì 13 marzo 2007, alle ore 18.30, presso l’Aula Magna dell’Accademia di architettura (pianterreno di Palazzo Canavée, Via Canavée 5, 6850 Mendrisio-Svizzera).

La mostra resterà aperta sino a domenica 18 marzo 2007. Potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 12 alle ore 18.

L’ingresso è libero.

Informazioni:

Amanda Prada, Responsabile comunicazione e conferenze, Accademia di architettura di Mendrisio, tel.: +41 58 666 58 69, e-mail: [email protected]

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