Facebook Research premia progetto di ricerca dell'USI

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Servizio comunicazione istituzionale

6 Marzo 2020

Quando si parla di Facebook il pensiero va quasi sicuramente al popolare social network utilizzato ogni giorno da miliardi di persone nel mondo. Forse non tutti sanno, tuttavia, che l'azienda leader a livello globale – come altre società “Big Tech”, ad esempio Google o Amazon – invitano regolarmente gli accademici a presentare proposte di ricerca in "aree specifiche che si allineano con la sua missione di creare comunità e unire le persone". Nell'ottobre 2019, Facebook ha lanciato un invito a presentare proposte nell'area dei Sistemi distribuiti e, il 28 febbraio 2020, ha annunciato gli otto vincitori delle borse di ricerca, tra cui il progetto presentato da Patrick Eugster e Pierre-Louis Roman, rispettivamente Professore ordinario e ricercatore post-doc presso la Facoltà di scienze informatiche dell'USI.

Il progetto dell'USI è l'unico che proviene al di fuori degli Stati Uniti e si colloca a fianco di progetti di rinomate università come MIT, Princeton e Carnegie Mellon. Gli otto vincitori sono stati selezionati tra 63 proposte provenienti da 12 Paesi e 50 università, sottolineando così l'importanza dell'impegno accademico in questo settore. I vincitori parteciperanno al Core Systems Faculty Summit e al Data Center Tour presso Facebook nel mese di maggio 2020, dove avranno l'opportunità di discutere le loro proposte con la comunità di ricerca.

Towards hybrid asynchronous/synchronous distributed systems è il titolo del progetto del Prof. Eugster e del Dr. Roman. Come ci spiega il professore, “un punto debole delle applicazioni come Facebook, che svolge i suoi servizi attraverso molti server host distribuiti, è la necessità di coordinarsi tra questi host per evitare, ad esempio, che una determinata attività venga eseguita più volte o, al contrario, mai eseguita. La ragione per cui il coordinamento è difficile è che i datacenter in cui operano gli host sono considerati sistemi distribuiti asincroni, il che significa che in teoria non c'è un limite superiore al tempo necessario per comunicare tra due host e non c'è un limite superiore al tempo necessario a uno di questi per calcolare una risposta per un altro. Allo stesso tempo, gli host possono non funzionare, ma senza sincronia è impossibile distinguere un host lento da uno in arresto. Di conseguenza, gli attuali protocolli di coordinamento sono complessi e costosi. Con il nostro progetto proponiamo una nuova architettura per accelerare le applicazioni distribuite che, da un lato, si concentra solo alcune 'parti' di tali applicazioni distribuite, ad esempio le attività di coordinamento, e dall'altro fa leva sui recenti sviluppi nell'hardware e nel software per raggiungere limiti temporali di comunicazione e di calcolo la cui tenuta è senza precedenti".

  

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