Economia e trasporti in tempi di coronavirus

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Servizio comunicazione istituzionale

4 Maggio 2020

L'economia globale sta cercando di riprendersi dalla crisi causata dalla pandemia di Covid-19, con il previsto ritorno alla normalità che potrebbe richiedere diversi mesi, se non di più. Alcuni settori sono stati colpiti più di altri, come il settore dei viaggi, la cui resilienza potrebbe essere un banco di prova per altri. Rico Maggi, Professore di economia e Direttore dell'Istituto di ricerche economiche dell'USI, condivide in un breve video alcune considerazioni sul tema del trasporto aereo in tempi di coronavirus.

La crisi scatenata dall'emergenza sanitaria dovrebbe avere un impatto rilevante sull'economia globale. Secondo il Prof. Maggi, vedremo probabilmente un sistema economico diversamente globalizzato, basato su economie nazionali più autoctone. Questo potrebbe includere una certa riorganizzazione di alcune attività industriali, con l'introduzione filiere produttive più brevi e di politiche economiche per proteggere i mercati nazionali o regionali. Di conseguenza, potremmo vedere una minore crescita economica globale nel breve e medio termine.

Per il settore dei viaggi - sia di lavoro che di piacere - l'impatto sarà duro nel breve termine, ma nel lungo termine si ritornerà come prima - o quasi. "Nel medio e lungo periodo mi aspetto che il volume dei viaggi d'affari torni ai livelli precedenti", afferma il Prof. Maggi. "Tuttavia, ciò si verificherebbe per scopi diversi, ad esempio potremmo vedere più viaggi nazionali o regionali in risposta alla nuova attenzione delle imprese verso i mercati nazionali. Allo stesso modo, i viaggi di piacere alla fine riprenderanno, una volta che i viaggiatori si sentiranno più a loro agio, anche se a breve e medio termine mi aspetto che scelgano destinazioni a corto raggio, ad esempio all'interno di uno stesso continente o regione, anziché lunghi voli internazionali".

Il professor Maggi è specializzato anche in economia del turismo e gestisce il Master in International Tourism dell'USI. "Il turismo comporta un certo livello di "avventura", il che significa che i viaggiatori vorranno cogliere l'elemento "esotico" che i viaggi all'estero rappresenteranno in nel mondo 'nuovo' e meno aperto. La risposta dal lato dell'offerta potrebbe quindi essere un ritorno significativo ai voli charter per mantenere bassi i prezzi".

In generale, il mercato del trasporto aereo seguirà questa tendenza, con un forte calo della domanda attuale e una buona ripresa nel medio e lungo periodo. "I problemi di liquidità provocheranno un ulteriore consolidamento nel settore, vedremo i vettori low-cost o di nicchia con margini ristretti sparire dal mercato", spiega Maggi. "D'altra parte, ci potrebbe essere un ritorno ai vettori nazionali di bandiera 'finti', anche se sovvenzionati dai governi e con prezzi più alti per via della maggiore regolamentazione e alle eco-tasse. Ma mi aspetto anche innovazione, come l'introduzione del modello "sharing", che è qualcosa che già conosciamo con le automobili".

In conclusione, il Prof. Maggi commenta anche la recente notizia della liquidazione di Lugano Airport. "Non vedo un ritorno alle rotte fisse su Lugano, nemmeno di vettori low-cost, ma potrebbe esserci una crescita significativa attraverso il modello di sharing e l'offerta di collegamenti strategici verso destinazioni basate sulla proprietà condivisa e su accordi di leasing di aeromobili, oltre al citato rilancio dei voli charter".

 

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