A Francesca Rigotti il Premio della Fondazione del Centenario BSI 2020

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Servizio comunicazione istituzionale

7 Ottobre 2020

La Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera Italiana assegna ogni due anni un riconoscimento a persone o enti che hanno operato a favore dello sviluppo dei rapporti italo-svizzeri o contribuito ad una migliore intesa e comprensione tra i due Paesi attraverso l’accrescimento del comune patrimonio culturale. A Francesca Rigotti, docente della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI, è stato conferito il Premio 2020 per il suo lavoro in ambito filosofico e per il suo impegno nell’incrementare le relazioni di amicizia e di scambio culturale tra la Svizzera e l’Italia.

“La Fondazione apprezza moltissimo la sua sempre qualificata presenza sui media della Svizzera italiana e italiani, così come presso l’Università della Svizzera italiana: un impegno che arricchisce la vita culturale del Paese. La sua attività al crocevia tra Svizzera, Germania e Italia costituisce un tangibile segno di apertura e di comunione, un ponte tra nord e sud”, sono le parole riportate nella laudatio a Francesca Rigotti, la quale è stata premiata ufficialmente nel corso della cerimonia tenutasi il 7 ottobre 2020, in forma privata per via delle restrizioni sanitarie in corso.

Come espresso anche dal Decanato della Facoltà di comunicazione, cultura e società “La riflessione di Francesa Rigotti, che da diversi anni confluisce nella sua attività didattica e nella disponibilità al dialogo con gli studenti e le studentesse dell’USI, rappresenta per la nostra Facoltà un prezioso sguardo critico su questioni culturali di ampio respiro che condizionano i processi comunicativi. Pensiamo soprattutto all’analisi di concetti e metafore nel pensiero politico, che ha permesso a Rigotti di aprire spazi di riflessione su valori importanti per la comunicazione pubblica nella società democratica, quali l’uguaglianza, l’inclusività e la parità di genere.”

Filosofa, saggista e critica letteraria, Francesca Rigotti è stata visiting fellow all’Università di Princeton e docente presso le Università di Zurigo e Göttingen. Da oltre vent’anni insegna all’USI per la Facoltà di comunicazione, cultura e società, che con la sua nuova denominazione si posiziona verso molteplici sfide della nostra società. Tra queste, l’incontro e la convivenza tra culture, lingue, ideologie favorito dalla comunicazione digitale, in questo periodo di emergenza sanitaria entrate a far parte della quotidianità. “Nel periodo che abbiamo attraversato non ho più visto gli studenti e le studentesse di persona, ho potuto soltanto pensarli con la forza dell’immaginazione, così come sono sempre, giovani e belli. Li ho immaginati comunicare solo per via digitale e perdersi le cose più interessanti della vita che sono l’incontro con gli altri, la relazione, lo scambio, l’amicizia, l’amore, ma anche lo scontro, il conflitto, l’ostilità”, spiega la Prof.ssa Rigotti. Le opportunità della comunicazione digitale, da seguire e potenziare, non devono dunque sostituire l’incontro. Da qui l’invito ai suoi studenti: “Siate come la mano che si apre. Siate aperti. Siate disposti ad accogliere, senza pregiudizi e differenze. È quello che è successo a me entrando in contatto con questi luoghi e con le persone che li abitano. Ho aperto le mani e me le sono trovate ricolme. Sappiate però anche chiuderle, come in una stretta di mano. Sappiate capire gli eccessi e imparate a evitarli. Mantenete sempre un piccolo grano della vostra identità, sempre pronti a impastarlo con i grani delle altre identità ma anche a distinguerlo, a riconoscerlo e a preservarlo”.

Il premio le viene conferito proprio per la sua capacità di saper amalgamare i “grani” tra la Svizzera e l’Italia, incrementando le relazioni di amicizia e di scambio culturale tra i due Paesi, che nella lingue e nel paesaggio si differenziano e allo stesso tempo si assomigliano se guardati da vicino: “Se mi soffermo sul Ticino e sulle zone italiane confinanti – continua Rigotti - le differenze si appianano e le somiglianze si accentuano, come succede a Pascal quando appressandosi alle cose riesce a coglierne i particolari più minuti. Osservando lingua e paesaggio vedo in entrambi i paesi, tanto simili, montagne e acque di fiume e di lago, e mi auguro che vengano preservate, le une e le altre, da interventi irrispettosi. E vedo, soprattutto, la comune lingua italiana, per non parlare dei dialetti, e li vedo insidiati, l’una e gli altri, forse irrimediabilmente”. Rigotti rivolge così un secondo invito per continuare a coltivare queste relazioni tra i due Paesi: “Il linguaggio è la casa dell’essere, diceva Heidegger, quell’essere che abita nei luoghi. Non distruggete l’uno e gli altri, vi suggerisco, anzi vi prego”.

 

La Fondazione del Centenario è nata nel 1973 allo scopo di sostenere progetti a favore dello sviluppo dei rapporti tra Svizzera e Italia e di premiare personalità presenti e visibili a livello internazionale in ambito culturale, artistico, sociale o politico nel contesto italo-svizzero. Fanno parte del Consiglio di Fondazione Eugenio Brianti (Presidente), Franco Polloni (Vicepresidente), Massimo Antonini, Valeria Galli Butti, Fabio Merlini e Karole Vail. www.fondazionecentenario.ch

 

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