Sviluppato a Bellinzona nuovo anticorpo che protegge da SARS-CoV-2 e dalle sue varianti

L'anticorpo bispecifico (verde/blu) si lega a due siti distinti della proteina spike di SARS-CoV-2, neutralizzandolo e impedendogli di mutare in risposta alla terapia
L'anticorpo bispecifico (verde/blu) si lega a due siti distinti della proteina spike di SARS-CoV-2, neutralizzandolo e impedendogli di mutare in risposta alla terapia

Servizio comunicazione istituzionale

25 Gennaio 2021

L’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB), affiliato all’Università della Svizzera italiana (USI), ha sviluppato un anticorpo ‘doppio’ di seconda generazione che è in grado di proteggere contro SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19, e le sue varianti. Impedisce inoltre al virus di mutare per sfuggire alla terapia.

L’immunoterapia, basata su anticorpi monoclonali, si è già dimostrata efficace contro la COVID-19, ma ha due sfide da affrontare: funzionare contro le varianti in circolazione e impedire la formazione di nuove varianti, che possono insorgere velocemente con meccanismi simili a quelli che causano la resistenza batterica agli antibiotici.

Il problema è stato risolto unendo due anticorpi naturali in una singola molecola artificiale, in gergo chiamata ‘anticorpo bispecifico’, in grado di attaccare contemporaneamente due regioni diverse del virus.

Test preclinici hanno dimostrato che questo anticorpo bispecifico protegge da SARS-CoV-2 e dalle sue varianti, inclusa la cosiddetta variante inglese, già diffusa in Svizzera ed Europa. A differenza di anticorpi della prima generazione, inoltre, impedisce al virus di cambiare la propria struttura per resistere alla terapia. L’anticorpo bispecifico ha elevata efficacia e caratteristiche che lo rendono un ottimo candidato per la sperimentazione clinica, con buone possibilità di utilizzo sia nella prevenzione della malattia sia nella cura di pazienti.

“Abbiamo sfruttato la nostra conoscenza della struttura molecolare e proprietà biochimiche del virus per fondere due anticorpi umani e ottenere un’unica molecola che lo attacca contemporaneamente in due siti distinti e necessari per l’infezione”, ha commentato Luca Varani, direttore di laboratorio dell’IRB e autore dello studio. “Simulazioni al supercomputer ci hanno permesso di raffinare e validare il design dell’anticorpo bispecifico, poi prodotto e testato in laboratorio. Sebbene il virus sia in grado di resistere all’attacco di un anticorpo di prima generazione, abbiamo dimostrato che non riesce a mutare per sfuggire alla duplice azione del bispecifico”.

Davide Robbiani, direttore dell’IRB e co-autore del lavoro, ha commentato: "con questo lavoro l’IRB e il Ticino consolidano la propria posizione tra i leader mondiali nella scoperta e sviluppo di anticorpi, in particolare contro malattie infettive emergenti. Nonostante le risorse limitate e non paragonabili ai colossi farmaceutici, abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato nel giro di pochi mesi".

"Nei test preclinici abbiamo osservato come una singola iniezione di anticorpo bispecifico fornisca protezione istantanea contro il virus. Questo anticorpo inoltre diminuisce l’infiammazione e la quantità di virus tipica della COVID-19", spiega Daniel Ruzek della Accademia delle Scienze Ceca che ha condotto gli esperimenti preclinici.

L’anticorpo è stato sviluppato all’interno del consorzio di ricerca ATAC, finanziato dalla Commissione Europea in risposta all’emergenza COVID-19, come riferito a marzo 2020 >> www.usi.ch/it/feeds/13057. Membri del consorzio includono l’ospedale San Matteo di Pavia (Italia), il Karolinska Institutet (Svezia), l'Università di Braunschweig (Germania) e il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea. La collaborazione con la Rockefeller University di New York e con l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca sono state fondamentali per testare l’efficacia dell’anticorpo. Per saperne di più sul progetto ATAC >> https://covidantibodytherapy.info/

 

Lo studio Bispecific antibody prevents SARS-CoV-2 escape and protects mice from disease - attualmente in fase di revisione paritaria - è stato pubblicato, in modalità 'pre-stampa', qui:
https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.01.22.427567v1

 

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