ETF tematici, "un'innovazione finanziaria andata fuori strada"

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Francesco Franzoni, professore ordinario di Finanza all'USI e Senior Chair dello Swiss Finance Institute
Francesco Franzoni, professore ordinario di Finanza all'USI e Senior Chair dello Swiss Finance Institute

Servizio comunicazione istituzionale

9 Febbraio 2021

Fornire opportunità di investimento è uno dei ruoli principali della finanza, un settore che gioca un ruolo importante nel promuovere la crescita economica attraverso la sua capacità di innovare. Tuttavia, le innovazioni finanziarie non sono sempre impeccabili. Un recente studio di cui è coautore il professore di finanza dell'USI Francesco Franzoni rivela le significative inefficienze in termini di risultati dei sempre più popolari exchange traded funds (ETF) "tematici". Il lavoro del Prof. Franzoni e dei suoi colleghi è stato ripreso in alcuni servizi pubblicati sul Wall Street Journal e sul Financial Times.

Tra le tante novità dell'era digitale troviamo diversi processi di 'democratizzazione', nell'economia così come nella società in generale, che hanno un impatto su tante attività come la comunicazione e i media, la scienza e, non da ultimi, i mercati finanziari. Rispetto a tre decenni fa l'accesso ai prodotti e servizi finanziari sofisticati è molto più agevolato e investire nei mercati finanziari è diventato molto più semplice. Gli exchange traded funds (ETF, veicoli d'investimento a basso costo che replicano passivamente l'andamento di un indice borsistico e che possono essere scambiati continuamente sul mercato azionario) incarnano l'attuale tendenza alla democratizzazione della finanza. Con la stessa facilità con cui possono scambiare una singola azione, gli investitori che usano gli ETF possono negoziare qualsiasi bene finanziario, come azioni, obbligazioni e materie prime - ma ora anche "temi" d'investimento (o settori specifici), come la legalizzazione della marjuana, i prodotti vegani, il telelavoro e i vaccini COVID-19. 

"Nella nostra analisi di circa 1'000 ETF azionari statunitensi dal 1993 al 2020, abbiamo scoperto che gli ETF cosiddetti 'tematici' rendono meno rispetto al rendimento del mercato nel suo insieme, in media -5,4 punti percentuali all'anno (su una base aggiustata per il rischio) nei primi cinque anni della loro vita", afferma il Prof. Franzoni. "Questi ETF tematici tendono inoltre a contenere titoli 'di tendenza' e sopravvalutati, che però rendono significativamente meno e che quindi non creano particolare valore per gli investitori".

Il crescente interesse per gli investimenti secondo i buoni principi ambientali, sociali e di governance (ESG) è uno dei principali fattori che portano alla creazione di ETF tematici, che attirano gli investitori per le prospettive di cambiamento societario e ambientale che comportano. Tuttavia, uno dei problemi con gli ETF tematici è che nel momento in cui molte idee di investimento diventano popolari hanno già raggiunto il loro picco di mercato. Come spiega il Prof. Franzoni, "nella nostra ricerca siamo giunti alla conclusione che le implicazioni della 'democratizzazione della finanza' portate dagli ETF sono eterogenee. Da un lato, gli investitori possono ora accedere ai mercati finanziari facilmente e a basso costo, ma dall'altro, le strategie di marketing degli ETF tematici attirano gli investitori non sofisticati verso proposte di investimento poco redditizie. In un certo senso, questa è un'innovazione finanziaria che è andata fuori strada".

 

Itzhak Ben-David e Byungwook Kim della Ohio State University, Francesco Franzoni dell'Università della Svizzera italiana e Rabih Moussawi della Villanova University sono gli autori dello studio intitolato Competition for Attention in the ETF Space, disponibile online qui
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3765063 

 

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