Gli SDG e l'USI. Pace, giustizia e istituzioni solide
Servizio comunicazione istituzionale
17 Maggio 2021
Anno 2017. Sull’onda anche della viralità di un hashtag, #MeToo, l’intera società occidentale si interroga sulla sua effettiva capacità di garantire alle donne diritti fondamentali e giustizia sociale. Anno 2018. Greta Thunberg, 15enne svedese, si rivolge ai leader mondiali dal palco dell’ONU. Complice portata, capillarità e interconnessione globale delle reti di comunicazione, dal web ai social media, diventa l’icona non solo dell’attivismo per l’ambiente, ma, più in generale, di una generazione che chiede ascolto. Due esempi che sembrano confermare il contributo che la comunicazione e le sue nuove forme possono dare verso società più inclusive e partecipative, capaci di dare voce a più persone e di accrescere l’influenza dal basso, di reagire a iniquità e mancanze, di comporle nel segno di giustizia e pace sociale. Ma è proprio così? E, più in generale, la nostra società sta riuscendo a evitare fratture socioeconomiche che ne mettono a rischio la “pace”?
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità n. 16, "Pace, giustizia e istituzioni solide", dal punto di vista della comunicazione, dell’architettura e dell’economia urbana con Luca Visconti, Decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI; Martino Pedrozzi, architetto, docente all’Accademia di architettura dell’USI; Raphaël Parchet e Lorenzo Barisone, rispettivamente Professore e ricercatore alla Facoltà di scienze economiche dell’USI.
La serie: #Fucine. Prospettive per forgiare l'oggi e il domani.
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