Collaborazione tra l'USI e il Comune di Varese per la valorizzazione di Piazza Repubblica e la nuova sede italiana dell'Archivio del Moderno
Servizio comunicazione istituzionale
28 Maggio 2021
Presentato l'accordo tra l'Università della Svizzera italiana e il Comune di Varese per la valorizzazione architettonica di Piazza Repubblica, la realizzazione del mercato coperto e la nuova sede italiana dell’Archivio del Moderno.
La convenzione è stata siglata nelle scorse settimane dall’USI e dal Comune di Varese e prevede, oltre alla valorizzazione di Piazza Repubblica, anche l’insediamento della sede italiana dell’Archivio del Moderno negli spazi dell’Ex Caserma Garibaldi tuttora in fase di riqualificazione.
A presentare la collaborazione italo-svizzera, mercoledì 26 maggio 2021 in conferenza stampa, sono stati il Sindaco di Varese Davide Galimberti, l'Assessore Andrea Civati, il Rettore dell'Università della Svizzera italiana (USI) Boas Erez e il Direttore dell'Accademia di architettura Riccardo Blumer.
Entro il 2022, secondo la legislazione italiana, gli archivi di interesse storico devono rientrare su territorio nazionale, tra cui anche quelli conservati a Mendrisio. «Da qui la decisione dell’Università della Svizzera italiana di realizzare una sede distaccata della Fondazione in Italia», ha spiegato il Direttore Riccardo Blumer.
A sottolineare l'importanza dell'Archivio del Moderno, che prenderà posto nel nuovo Polo culturale di Varese, è stato il Rettore dell'Università della Svizzera italiana, Prof. Boas Erez, il quale ha ricordato la lunga ricerca fatta per trovare la giusta collocazione a quella che è una delle più importanti e preziose raccolte di documenti di architettura moderna. «Dopo anni di valutazioni, studi di fattibilità ed incontri, la Città di Varese ha convinto la commissione che l’ha preferita a Novara e Como, le altre possibili sedi».
La scelta si è orientata verso una sede vicino al confine, potenziata dai nuovi collegamenti ferroviari Varese-Mendrisio dunque di facile accesso, e che presentasse le condizioni ideali per proseguire le attività rivolte allo studio, ma anche alla ricerca, alla promozione del patrimonio con incontri, mostre, dibattiti. «La proposta del Comune di Varese di destinare parte degli ambienti della Caserma Garibaldi all’interno del più ampio progetto del polo culturale è stata valutata la più concreta e fattibile», ha proseguito il Rettore. «Si tratta di un accordo importante che rappresenta una tappa ulteriore delle collaborazioni che si possono sviluppare nella regione insubrica»
Un’opinione condivisa anche dal Sindaco di Varese Davide Galimberti, che ha commentato: «l’arrivo a Varese della sede dell’Archivio del Moderno è davvero una grande occasione che andrà ad arricchire il polo culturale e permetterà una vocazione internazionale della città».
Il progetto di valorizzazione architettonica e funzionale degli spazi sarà infatti realizzato dagli studenti dell'Accademia di architettura guidati dal Prof. Riccardo Blumer. La progettazione vedrà in particolare il proseguimento della valorizzazione della Piazza Repubblica, con una stretta connessione con il nuovo Polo culturale, e la realizzazione del nuovo mercato coperto.
«Stiamo lavorando al progetto della Piazza con gli studenti dell'Accademia - ha spiegato il Direttore Riccardo Blumer – Da subito abbiamo affrontato il tema dei vuoti intorno ai quali fino a poco tempo fa si costruivano le città, dimenticando però di inserire questi spazi in una progettazione più ampia e complessiva. Ora stiamo lavorando a come riempire questo “vuoto”. Questi luoghi devono tornare ad essere vissuti ed attraversati dalle persone. In questo senso già l'arrivo del mercato ha fatto fare enormi passi avanti alla piazza esprimendone il vero potenziale. Il mercato infatti non è solo commercio ma anche cultura, scambio, relazione. Con gli studenti ci stiamo poi focalizzando su tre aspetti: l'ideazione del mercato coperto, la valorizzazione del rapporto con il monumento e infine sul tema della via di ingresso alla città e alla convivenza con la piazza. Inoltre, la nostra scuola è molto attenta al tema della sostenibilità, per questo proporremo soluzioni che possano consentire a questo luogo di auto-alimentarsi di energia grazie a innovative tecniche architettoniche».
«L'idea di coinvolgere l'Accademia di Mendrisio – ha concluso l’Assessore Andrea Civati - ha inoltre il chiaro obiettivo di aumentare la qualità architettonica dello spazio grazie ad un progetto condiviso che sia presto cantierabile. Oltre ad una grande qualità culturale vista la realizzazione di uno dei più grandi poli culturali del territorio con i suoi oltre 10mila metri quadrati di superficie».
L’Archivio del Moderno è una fondazione, un archivio e un centro per lo studio dell’architettura che opera nell’ambito della storia dell’architettura, dell’ingegneria, del territorio, del design e delle arti visive ed è parte della costellazione dell’Università della Svizzera italiana, come pure della rete europea dei centri di ricerca consacrati a tale orizzonte di studi. È stato fondato nel 1996 – per corrispondere al progetto di Mario Botta – da Letizia Tedeschi come istituto dell’Accademia di architettura e costituito in fondazione nel 2004 per atto dell’Università della Svizzera italiana. Per rafforzare e coordinare le attività accademiche l'USI nel 2018 ha costituito l'Archivio presso l’Accademia di architettura, mentre la Fondazione è titolare e garante della custodia e della valorizzazione degli archivi. È diretto da Letizia Tedeschi dal 1996.Il centro studi è oggi un accreditato luogo d’incontro e collaborazione per ricercatori provenienti da tutto il mondo e riconosce fra le sue priorità la promozione di giovani ricercatori. Accoglie al suo interno ricercatori post-doc, ricercatori avanzati e fellows. Svolge numerosi progetti di ricerca, finanziati da istituzioni terze e da enti per la ricerca competitiva e in quest’ambito ha attivato molteplici cooperazioni, oltre che con l’Accademia di architettura con università, istituti di ricerca, musei, archivi e fondazioni a livello nazionale e internazionale.