Importante finanziamento americano per progetto di ricerca dello IOR

La Dott.ssa Adalgisa Condoluci
La Dott.ssa Adalgisa Condoluci

Servizio comunicazione istituzionale

6 Settembre 2021

L’American Society of Hematology (ASH) - la più importante associazione al mondo nel campo dell’ematologia - ha assegnato alla Dott.ssa Adalgisa Condoluci dell'Istituto oncologico di ricerca (IOR, affiliato all'USI) l'ASH Global Research Award 2021. La Dott.ssa Condoluci è uno dei dodici ricercatori selezionati per questo premio, che ha lo scopo di finanziare progetti di ricerca realizzati da giovani ricercatori al di fuori degli Stati Uniti e del Canada.

"I vincitori dell'ASH Global Research Award condurranno una ricerca importante che contribuirà ad aumentare la capacità ematologica nei loro Paesi di origine", afferma il presidente dell'ASH 2021 Martin S. Tallman, MD, del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. I ricercatori selezionati quest’anno rappresentano dieci Paesi: Australia, Brasile, Cina, India, Italia, Nigeria, Portogallo, Singapore, Svizzera e Regno Unito.

Il progetto di ricerca dello IOR riguarda l’uso della cosiddetta biopsia liquida per permettere di migliorare i risultati terapeutici a lunga scadenza nei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin, in particolare in quelli diagnosticati in uno stadio poco avanzato della malattia. I trattamenti usati normalmente oggi in questi pazienti comprendono sia la chemioterapia che l’irradiazione e riescono a far scomparire il tumore in quasi tutti i casi. La malattia ritorna però in una piccola percentuale dei pazienti, mentre in una percentuale simile di casi i pazienti sviluppano dopo diversi anni delle gravi complicazioni cardio-polmonari o addirittura dei tumori secondari a seguito della tossicità dei trattamenti usati oggi. Per questa ragione, le ricerche attuali vogliono individuare il modo per evitare queste gravi complicazioni tardive, migliorando così la percentuale dei pazienti guariti.

Due sono gli indicatori che sembrano utili per evitare l’aggiunta della radioterapia ai pazienti che hanno ben risposto alla chemioterapia. Il primo è rappresentato dalle PET (tomografia a positroni), in grado di quantificare la qualità e la velocità della risposta alla chemioterapia. La seconda arma è rappresentata dalla cosiddetta biopsia liquida, che permette di dimostrare nel sangue del paziente la presenza di quantità anche minuscole di materiale genico rilasciato dalle cellule tumorali. Nei linfomi di Hodgkin la persistenza di questo materiale genico-tumorale alla fine della chemioterapia o la sua riapparizione mesi o anni dopo, indica la necessità di un complemento di trattamento e quindi dell’uso della radioterapia. In caso contrario, si può rinunciare ad aggiungere anche questa modalità terapeutica e diminuire così la tossicità dell’intero trattamento.

Il test diagnostico molto preciso che dimostra la presenza di questo materiale genico-tumorale nel sangue è stato sviluppato dal gruppo di ematologia sperimentale dello IOR a Bellinzona, guidato dal Prof. Davide Rossi. La Dott.ssa Condoluci applicherà ora questa metodologia ai pazienti in uno studio multicentrico attualmente in corso in 40 centri europei. Grazie a questo studio sarà possibile dimostrare definitivamente l’utilità di questi due indicatori per poter rinunciare all’uso della radioterapia in gran parte dei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin in uno stadio non ancora avanzato.

 

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