Svincoli autostradali e impatti socio-economici in Svizzera

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Servizio comunicazione istituzionale

2 Novembre 2021

Lo sviluppo socio-economico di un Paese è intrinsecamente legato alla disponibilità di infrastrutture, in particolar modo di reti di trasporto come ferrovie e strade. In Svizzera, per esempio, con il grande progetto di costruzione della rete autostradale a partire dagli anni '60 del secolo scorso si sono potuti collegare i centri urbani con le molte località rurali, forgiando così la geografia socio-economica della Confederazione. Uno studio condotto dal Prof. Raphaël Parchet dell’Istituto di ricerche economiche (IRE) e di Economia politica (IdEP) dell’USI misura gli effetti sul lungo periodo dello sviluppo della rete autostradale in Svizzera e in particolare l’impatto della costruzione degli accessi (svincoli) sui comuni non urbani.

L’analisi dei dati effettuata dal Prof. Parchet e i suoi colleghi Frédéric Robert-Nicoud (Unige) e Stephan Fretz (Swissgrid) riguarda il periodo 1960-2010, un lasso di tempo in cui la demografia della Svizzera è cambiata in modo significativo, a partire dall’incremento in termini complessivi da circa 5,3 milioni nel 1960 a 7,8 milioni nel 2010 (oggi 8,7 milioni). Più nel dettaglio, lo studio mostra alcuni elementi interessanti su questa crescita demografica, come la sostanziale eterogeneità spaziale, il fatto che la popolazione dei comuni rurali che ha avuto accesso alla rete autostradale è cresciuta del 17% rispetto alla media del Paese, e che nel periodo in esame si conferma la delocalizzazione di cittadini dai centri urbani a quelli suburbani ed ex rurali, con un ‘travaso’ che si traduce in una crescita relativa della popolazione nelle zone extra urbane pari al +42%.

Lo studio documenta per contro alcuni meccanismi relativi alla distribuzione dei redditi. In particolare, come la presenza di svincoli per l’accesso alla rete autostradale entro 10 km da un comune abbia causato un aumento, a lungo termine, del 24% nella quota di contribuenti con reddito superiore che vivono nell'area, e una diminuzione dell'8% nella quota di contribuenti con reddito inferiore alla media. Parchet e i suoi colleghi osservano come l'accesso alle autostrade porti a una certa selezione dei lavoratori in base alle competenze e ai redditi, il che probabilmente ha implicazioni in ambito legislativo-elettorale e, in Paesi federali come la Svizzera che concedono un'ampia autonomia finanziaria ai loro comuni, sulla concorrenza fiscale.

Come spiega il Prof. Parchet, "l'automobile è un lusso; l'alloggio è una necessità, e così i benefici dell'accesso all'autostrada vanno in modo sproporzionato alle fasce più abbienti della popolazione, e i suoi costi impattano in modo sproporzionato sulle persone con basso reddito. In definitiva, i comuni che hanno accesso alla rete autostradale sono diventati attraenti per tutti, però sono i più abbienti ad averne beneficiato di più".

 

Lo studio, intitolato Highways, Market Access, and Spatial Sorting, è pubblicato sulla rivista The Economic Journal (Oxford University Press) ed è disponibile online qui:
https://academic.oup.com/ej/advance-article/doi/10.1093/ej/ueab070/6369349

Per ulteriori dettagli, v. in allegato il comunicato stampa dell'Università di Ginevra

 

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