Il Premio svizzero per la ricerca in tema di educazione assegnato al Prof. Lepori dell'USI

Servizio comunicazione istituzionale

21 Ottobre 2019

Lugano, 22 ottobre 2019 – Ieri a Berna è stato conferito il Premio svizzero per la ricerca in tema di educazione, edizione 2019, al Prof. Benedetto Lepori dell’USI. La ricerca premiata studia le dinamiche della concorrenza tra le università europee nell’attrarre accademicidi talento.

Il Premio svizzero per la ricerca in tema di educazione - Schweizer Preis für Bildungsforschung/Prix suisse de la recherche en éducation- viene conferito ogni due anni a un progetto innovativo che fornisce un contributo significativo per la gestione del sistema formativo svizzero. Quest’anno il riconoscimento va al Prof. Benedetto Lepori dell’Università della Svizzera italiana e ai co-autori Marco Seeber dell’Università di Gent e Andrea Bonaccorsi dell’Università di Pisa. Selezionata da una giuria scientifica, la ricerca – pubblicata nella rivista Research Policy con il titolo “Competition for talent. Country and organizational-level effects in the internationalization of European higher educational institutions” – tratta la concorrenza tra le università europee per attrarre ricercatori di talento.

La capacità di attrarre personale qualificato è una dimensione centrale nell’analisi della competizione tra università. Ma che cosa spinge un accademico a scegliere la sua destinazione, avendo un terreno internazionale sul quale muoversi? “La ricerca tiene conto per la prima volta di due fattori che governano la competizione tra università: il fattore ateneo e il fattore Paese”, spiega il Prof. Lepori. “Le indagini condotte, grazie ai dati reperiti da un registro europeo contenente più di 3000 istituzioni di insegnamento superiore, mostrano come le condizioni quadro del sistema Paese – in particolare posizione geografica, benessere economico e livello di sviluppo del sistema di ricerca nazionale – pesino di più delle caratteristiche delle singole università nel guidare la scelta”. Ne consegue che nei Paesi meno attrattivi sotto questi aspetti anche gli istituti di fama non sono in grado di richiamare un numero significativo di accademici a livello internazionale. La Svizzera, grazie anche al suo plurilinguismo, è molto attrattiva e le università hanno in generale una percentuale di accademici stranieri elevata.

Gli investimenti nella ricerca da parte degli atenei giocano un ruolo importante nella capacità di attrarre accademici dall’estero. L’USI in questo si posiziona bene e il trio di autori premiati dimostra quanto una solida rete internazionale sia importante per far crescere la ricerca all’USI.

L’idea di raccogliere dati sulle singole università è nata nel 2004 da Andrea Bonaccorsi, che ha identificato nell’USI un partner svizzero valido con esperienza sui dati. Un terreno fertile, quello dell’ateneo ticinese, che consente di crescere nel proprio campo di attività in più direzioni: il Prof. Lepori è responsabile del Servizio ricerca e trasferimento del sapere (SRIT) dal 1997; da un lavoro più pratico ha sviluppato poi un interesse più scientifico-intellettuale per il tema della ricerca scientifica, dei suoi sistemi e delle sue dinamiche, con un dottorato che l’ha portato poi a diventare professore titolare e a creare un proprio gruppo di ricerca attivo a livello internazionale. Proprio in questo contesto si è formato Marco Seeber che, dopo aver lavorato nel gruppo di ricerca del prof. Lepori come post-doc, ha vinto recentemente una posizione come professore in Norvegia.