Non solo astronauti: opportunità professionali nello spazio

Andrew Kane
Andrew Kane

Servizio comunicazione istituzionale

15 Maggio 2023

Lo spazio è sempre più aperto: quello aerospaziale è un settore in forte crescita e le opportunità professionali non riguardano solo pochi mestieri altamente specializzati. Sono anzi importanti e ricercati profili multidisciplinari e questo a tutti i livelli come mostra il curriculum del nuovo astronauta svizzero Marco Sieber. Selezionato insieme a 17 colleghe e colleghi dall’Agenzia spaziale europea (ESA) lo scorso novembre, Sieber si è laureato in medicina all’Università di Berna con una tesi sulla chirurgia robotica, si è specializzato in medicina d’urgenza ed è pilota e paracadutista. Ma le prospettive professionali non sono limitate a profili particolari come quello degli astronauti.

Di opportunità lavorative nel settore spaziale si è parlato durante la Notte Bianca delle Carriere che si è svolta all’Università della Svizzera italiana lo scorso 20 aprile e alla quale hanno partecipato Grégoire Bourban, responsabile di Space Exchange Switzerland (SXS) – piattaforma nazionale alla quale partecipa anche l’USI nel ruolo di promotore di carriere nello spazio di giovani talenti che studiano o hanno studiato nelle università svizzere – e Andrew Kane, Entry Level Coordinator dell’Agenzia spaziale europea (ESA).

Alla presentazione di ESA e SXS alla Notte Bianca dell’USI era presente anche la professoressa Svetlana Berdyugina, direttrice dell’Istituto ricerche solari Aldo e Cele Daccò (IRSOL) che ha presentato le molte sinergie tra Università della Svizzera italiana e Agenzia spaziale europea. Berdyugina ha sottolineto come le ricerche dell’IRSOL siano rilevanti per lo spazio: l’attività solare ad esempio può danneggiare le apparecchiature elettroniche presenti nello spazio e rappresentare un pericolo per gli astronauti. Ha anche mostrato come tutte le facoltà dell’USI preparino per possibili carriere nel settore spaziale. Abbiamo l’informatica, dalla gestione di dispositivi robotici impiegati nell’esplorazione spaziale all’analisi dei dati raccolti; o ancora la biomedicina: comprendere la fisiologia di esseri umani, animali e piante in condizioni di bassa gravità e di radiazioni elevate è necessaria per l'esplorazione dello spazio. Da non sottovalutare le sfide rappresentate dalla creazione di habitat, laboratori e persino fabbriche nello spazio o su altri corpi planetari come la Luna o Marte. Ma anche le competenze di economia e comunicazione sono importanti in questo momento storico in cui ESA sta ringiovanendo il suo staff e assumerà quasi 600 giovani dipendenti.

 

Andrew Kane, ci si immagina che l'ESA, e in generale il settore spaziale, sia posto per ingegneri e personale altamente specializzato. È così?

In inglese, per indicare che un argomento non è particolarmente complicato, diciamo “It’s not rocket science”. Ora, all’ESA abbiamo effettivamente “rocket scientists”, ma abbiamo anche molte altre persone che non lo sono. Molti lavori all’ESA hanno a che fare con le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), ma abbiamo diverse opportunità anche per altri profili. Io stesso ho studiato scienza politica: lavoro all’ESA ma non sono certamente un “rocket scientist”.

Guardando agli studenti dell’USI, vedo interessanti opportunità per biomedicina: lavoriamo molto sulla medicina spaziale, di fatto ogni astronauta che va nello spazio è anche un esperimento medico. Poi c’è l’informatica: la scienza dei dati e l’intelligenza artificiale sono due temi fondamentali anche nel settore spaziale e a Frascati, vicino Roma, abbiamo l'ESRIN, il Centro europeo per l'osservazione della Terra dove lavorano molti data scientists. L’ESA ha anche bisogno di competenze economiche e aziendali, soprattutto al quartier generale di Parigi. E fondamentale è l’aspetto della comunicazione, per far sapere alla popolazione quello che facciamo e perché lo spazio è importante. Vedo opportunità interessanti anche per architettura: sono competenze di cui abbiamo bisogno ad esempio per creare i luoghi di lavori del futuro, come il nostro nuovo quartier generale a Parigi, inaugurato poche settimane fa.

Le discipline STEM sono il cuore della nostra attività, ma un’organizzazione non può essere mandata avanti solo da “rocket scientists” e l’ESA ha bisogno di molte altre competenze.

 

Possiamo dire che lo spazio sta diventando una seconda casa per l’umanità e in una casa c’è bisogno di tutto?

Sì, esattamente. Torno a quanto detto a proposito dell'architettura: molti dei nostri colleghi più all'avanguardia, inclusi molti giovani neolaureati, stanno immaginando come potremmo progettare una base sulla Luna oppure su Marte. È un aspetto dell’ESA che non trovi altrovi: lavorare in altri settori può dare grandi soddisfazioni, ma non c’è quella passione, quella visione a lungo termine sul futuro dell’umanità che ha lo spazio e che penso possa attirare molte persone.

 

Però i giovani al momento sono molto attenti a quello che accade su questo pianeta, dalle sfide della sostenibilità alla crisi climatica. Non è difficile, in questo contesto, parlare di lanci spaziali?

Una delle competenze chiave dell’ESA è l’osservazione della Terra: è una delle cose che facciamo meglio grazie ai dati che acquisiamo con i nostri satelliti. Andare nello spazio non significa necessariamente andare su altri pianeti o esplorare il sistema solare ma conoscere meglio la Terra e capire come proteggere gli ecosistemi e la biodiversità. Supponiamo che vi sia un’eruzione vulcanica: le immagini satellitari possono aiutarci a capire come affrontarla, come proteggere le persone. Dallo spazio possiamo monitorare cosa succede al Polo Nord e al Polo Sud. Se uno studente o una studentessa ha a cuore il clima e l’ambiente, l’ESA rappresenta una grande opportunità perché i dati che raccogliamo sono fondamentali per capire che cosa succede e come affrontare la crisi climatica.

 

Quali sono in concreto le opportunità per i giovani che offre l’ESA?

L’ESA ha diversi percorsi per iniziare una carriera nel settore spaziale. La prima sono gli stage per gli studenti universitari: ogni novembre apriamo un bando per oltre duecento posizioni in tutte le sedi europee. Nei Paesi Bassi, a Leiden, abbiamo il nostro cuore tecnologico, l’ESTEC, il Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale; ma ci sono opportunità anche all’ECSAT, il Centro europeo per le applicazioni spaziali e le telecomunicazioni che si trova a Oxford nel Regno Unito o all’ESAC, il Centro europeo per l'astronomia spaziale a Villafranca, vicino a Madrid in Spagna. Ho già citato l’ESRIN e il suo fantastico campus a Frascati, vicino a Roma; in Germania abbiamo il Centro europeo per gli astronauti a Colonia e il Centro europeo per le operazioni spaziali a Darmstadt. E ovviamente c’è il quartier generale a Parigi dove le opportunità di stage riguardano molti profili diversi. Gli studenti svizzeri possono contare sull’ottimo supporto di SXS: gli stage dell’ESA rappresentano un’ottima opportunità per fare esperienza in un altro Paese. (Due studenti ticinesi hanno già usufruito di una borsa di studio per la mobilità in Europa, ottenuto e gestito dal Servizio carriere dell’USI, ndr)

Il livello successivo è rappresentato dal Young Graduate Trainee Programme: ogni anno verso febbraio annunciamo un centinaio di posizioni in vari settori, dall’ingegneria alla comunicazione alle relazioni internazionali. Il programma dura un anno, con possibilità di rinnovo: io stesso ho iniziato così. È un programma che offre molte opportunità, anche extracurriculari: l’ESA è un ambiente estremamente ricco e che permette di conciliare vita lavorativa e vita sociale.

 

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