I salari alti nella finanza non incidono sulla crescita economica globale

Un immagine della Borsa di New York (fonte: Scott Beale / Laughing Squid)
Un immagine della Borsa di New York (fonte: Scott Beale / Laughing Squid)

Servizio comunicazione istituzionale

22 Marzo 2018

Le dimensioni del settore finanziario sono cresciute fortemente negli ultimi 40 anni, di pari passo con i salari della rispettiva forza lavoro. Fra gli elementi critici emersi dalla crisi finanziaria del 2008 vi sono le retribuzioni degli operatori finanziari, ritenute eccessive e che nei decenni avrebbero favorito la migrazione di personale altamente qualificato dalla cosiddetta economia reale a quella finanziaria, attirati da salari e incentivi più elevati e in costante crescita. Uno studio di Laurent Frésard, professore all’USI e allo Swiss Finance Institute, svolto in collaborazione con Francesco D’Acunto della University of Maryland, rivela tuttavia che la crescita dei salari nella settore finanziario ha sì portato a una migrazione di personale qualificato verso il settore finanziario, ma in modo contenuto e senza conseguenze di rilievo per l’economia nel suo complesso.  

Lo studio dei due ricercatori si è basato sull’analisi di dati sui salari relativi a 24 Paesi (in Asia, Europa, Nord America e Oceania), a 13 settori d’attività e a un periodo di tempo di 35 anni. Il Prof. Frésard e il Prof. D’Acunto hanno quindi elaborato un modello che mette a confronto i salari del personale altamente qualificato nel settore finanziario con quelli negli altri settori d’attività e in particolare le differenze fra i rispettivi valori aggiunto generati per l’economia. Si è giunti così alla definizione della cosiddetta “crescita netta dei salari del settore finanziario” (Adjusted Growth of Finance Wagers, in breve AGFW). Questo indicatore misura la relazione fra il vantaggio individuale di un impiego nel settore finanziario (salario) e il ‘reddito sociale’ che la finanza produce per l’economia in generale, ovvero l’apporto del settore alla crescita complessiva. Nel loro studio, Frésard e D’Acunto concludono che, per quanto sia evidente che i salari più elevati rappresentano un fattore di forte attrazione per il personale altamente qualificato, la migrazione che ne consegue non costituisce una distorsione nel sistema economico, né provoca danni nella distribuzione delle competenze di alto livello nell’economia nel suo insieme, poiché riguarda meno dell’1% della forza lavoro altamente qualificata a livello globale. Secondo gli autori dello studio si potrebbe anzi sostenere che l’aumento dei salari e delle competenze in un determinato settore (per es. quello finanziario) rifletta il miglioramento dei servizi forniti da quel settore al resto dell’economia: non bisogna infatti dimenticare che il settore finanziario è funzionale alla nascita e alla crescita di nuove aziende che, in definitiva, influiscono sulla nostra vita quotidiana.

La versione completa dell’edizione di marzo dello SFI Practitioner Roundups è disponibile su: http://sfi.ch/system/tdf/Roundup_March18_Italian.pdf?file=1

 

Per maggiori informazioni sullo Swiss Finance Institute: www.SwissFinanceInstitute.ch

 

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