Le sfide del settore pubblico nell'era dei sistemi digitali cognitivi

Il Prof. Tomasz Janowski
Il Prof. Tomasz Janowski

Servizio comunicazione istituzionale

30 Aprile 2018

Nel settore pubblico la digitalizzazione consente lo svolgimento agevolato di un sempre maggior numero di funzioni, dalla fornitura di servizi e infrastrutture alla formulazione e attuazione di politiche pubbliche, dal mantenimento dell'ordine alla sicurezza sociale ecc. Autorità politiche, funzionari pubblici, dipendenti dell’amministrazione negli uffici e agli sportelli – tutti fanno regolare uso di strumenti digitali per interagire con i cittadini, prendere decisioni, coordinare attività e controllare i risultati dell’attuazione delle politiche pubbliche. Il passaggio da “analogico” a “digitale” ha inciso profondamente sulle fondamenta stesse dei governi e della pubblica amministrazione – strutture, processi e cultura – dando così origine a nuove forme di democrazia partecipativa, interconnessa, aperta, mobile, ecc. Mentre la trasformazione analogico-digitale ha assunto un ruolo centrale nel processo decisionale umano basato sull'intelligenza, l'intuizione e l'empatia, una nuova famiglia di tecnologie digitali a carattere cognitivo sta cominciando a mettere in discussione questo presupposto.

Queste tecnologie, tra cui il cloud computing, l'analisi dei dati, l’apprendimento automatico, la robotica, il riconoscimento vocale ecc. e i sistemi basati su di esse, sono già presenti e adottate da svariati sistemi nel settore pubblico, dalla sicurezza nazionale alla giustizia penale, dall'assistenza sanitaria ai trasporti e al turismo. Questi sistemi aiutano, ad esempio, a rispondere alle domande dei cittadini, individuare le frodi, effettuare la diagnostica per immagini, valutare i rischi in ambito criminale, fornire assistenza di viaggio, guidare veicoli autonomi e ottimizzare la risposta medica in caso di emergenza. I sistemi cognitivi, se dotati di un numero adeguato di informazioni, possono offrire prestazioni superiori a quelle degli esseri umani con il rischio, tuttavia, di innescare una dinamica di riduzione dei costi della tecnologia contro l'aumento dei costi del personale, provocando quindi la graduale ridondanza di quest’ultimi. La trasformazione dal digitale al cognitivo solleva però anche una serie di importanti questioni sul piano politico, normativo ed etico che riportano alla ribalta la necessità di una migliore supervisione, controllo e buon senso da parte degli esseri umani.

La Facoltà di scienze della comunicazione dell'USI, nell'ambito del programma "Visiting Professors", ospita il prossimo mercoledì 9 maggio (ore 17:30, aula A31, campus di Lugano) il Prof. Tomasz Janowski (Gdańsk University of Technology, Polonia) per una conferenza pubblica - in lingua inglese - durante la quale esaminerà e illustrererà le opportunità e i rischi di questa evoluzione, tracciando dei paralleli con il precedente passaggio dall'analogico al digitale.

Per informazioni: [email protected]

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