Conferenze pubbliche di architettura presso l'Accademia di architettura di Mendrisio: introduzione al ciclo e lezione inaugurale

Servizio comunicazione istituzionale

22 Ottobre 2003

L’Accademia di architettura di Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana comunica che mercoledì 29 ottobre alle ore 20.30 prenderanno avvio le conferenze di architettura aperte al pubblico. Il ciclo sarà introdotto dal Direttore dell’Accademia; seguirà il primo incontro della serie con l’Arch. Livio Vacchini.

Il ciclo di incontri Architettura e pragmatismo critico, introdotto da Josep Acebillo, si pone quest’anno come obiettivo quello d’indagare sulla possibilità per l’architettura di ritrovare un ruolo centrale all’interno di un discorso di tipo urbano che si fa ogni giorno più complesso. Si tratta perciò di capire se l’architettura, oggi, fornisce la risposta adeguata alle nuove esigenze economiche e sociali. Ad una prima analisi non sembrerebbe. Non sono convincenti, infatti, né la prima reazione post-moderna, né la proposta di considerare l’architettura come una geometria quasi platonica, visione, questa, propria dell’arte concettuale. Malgrado la confusione e varietà di proposte, è però possibile individuare delle architetture che rimandano ad un certo realismo oppure ad un pragmatismo critico, architetture, cioè, che rispondono alle sfide della globalizzazione e della nuova economia.

LIVIO VACCHINI è il primo architetto dell’anno invitato ad esprimersi sul tema Architettura e pragmatismo critico.

“Interpretare l’opera di Vacchini significa cercare di capire l’evidenza o la semplicità del bello, della costruzione e della logica. L’autoreferenzialità guarda dentro se stessa. Più questo guardare è profondo più si fa guardare. Allora scopriamo che le forme hanno un loro linguaggio e delle leggi che poco hanno a che vedere con i nostri bisogni, o con il desiderio di comunicare. Scopriamo il linguaggio stesso. Scopriamo che l’autoreferenzialità si produce per automatismo, cioè portando il nostro stesso pensiero là dove il numero è estrazione e forma, matematica e geometria. Il nostro stesso linguaggio è costretto a incontrarsi con le cose e le loro forme prima che esse siano il prodotto della nostra volontà, dei nostri desideri e persino delle nostre necessità.
L’autoreferenzialità è ciò che prova a essere solo se stesso e questo può valere tanto per il nostro pensiero quanto per le cose che produciamo, quindi anche per l’architettura.”

(tratto da: Roberto Masiero, Livio Vacchini, opere e progetti, Milano, Elemond Editori, Documenti di architettura, 1999).

 

Nota biografica

Laureato al Politecnico Federale di Zurigo nel 1958, dopo un ulteriore periodo di formazione consumato in parte lontano dalla Svizzera, Vacchini (Locarno, 1933) collabora per circa un quinquennio con Luigi Snozzi e saltuariamente con Aurelio Galfetti. Contribuisce inoltre al diffondersi di quel particolare clima culturale che dalla seconda metà degli anni ’60 favorisce l’affermarsi in Ticino di un gruppo di progettisti (Botta, Galfetti, Snozzi) le cui opere hanno lasciato tracce significative nella storia dell’architettura.

Le opere di Livio Vacchini si avvalgono di un linguaggio intransigente e coeso; una lezione appresa da Mies Van der Rohe, Le Corbusier e Louis Kahn e poi tradotta in un programma rigorosamente riduzionista in cui si mescolano suggestioni diverse mutuate dalle ricerche minimaliste compiute dall’arte contemporanea.

L’incontro si svolgerà presso la sala polivalente al pianterreno dell’Edificio Canavée (aula C063/64) e prenderà avvio alle ore 20.30.

A partire dalle ore 20.00, prima dell’inizio della serata, il Direttore Josep Acebillo e Livio Vacchini saranno lieti di incontrare i convenuti per un caffè.

Il ciclo proseguirà nel corso dell’anno accademico con Josep Lluís Mateo (Barcellona), Alejandro Zaera e Farshid Moussavi (Londra), Jacques Herzog (Basilea), Toyo Ito (Tokyo), Wiel Arets (Maastricht), Manuel Aires Mateus (Lisbona, professore a Mendrisio), Frank O. Gehry (Los Angeles) e con una sessione conclusiva.

Informazioni
Amanda Prada, Accademia di architettura
Tel. +41 91 640 49 69, e-mail [email protected]