Incontro con Emmanuel Le Roy Ladurie, l'inventore della storia del clima

Servizio comunicazione istituzionale

16 Maggio 2008

Si chiude in bellezza il ciclo di conferenze pubbliche Una finestra sul tempo. Sguardi sulla storia del clima promosso dal LabiSAlp, il Laboratorio di Storia delle Alpi dell’Accademia di architettura di Mendrisio. Dopo avere accolto Luca Bonardi, Luca Mercalli e Martine Rebetez, il LabiSAlp, per la conferenza conclusiva, ospita mercoledì 21 maggio 2008 alle ore 20.00 a Lugano, presso l’Università della Svizzera italiana, Emmanuel Le Roy Ladurie, uno tra i maggiori storici odierni, ricercatore eclettico, profondo conoscitore delle dinamiche storico-sociali, attento osservatore dell’evoluzione del clima e del territorio, il primo a parlare di una “storia del clima”. Introdotto da Jean-François Bergier, anche lui eminente studioso, una delle figure chiave della storia svizzera, Le Roy Ladurie per la prima volta terrà una conferenza nel Cantone Ticino.

La storia del clima è legata a preoccupazioni attuali: l’effetto serra ed il surriscaldamento globale. Ma concerne prima di tutto, e per definizione, il passato, più esattamente il periodo che va dal XII-XIII secolo ai nostri giorni.

Emmanuel Le Roy Ladurie pone in stretta relazione i cambiamenti climatici con le dinamiche storiche: le siccità, causando scarso raccolto, carestie, epidemie e forte mortalità, provocherebbero grandi emigrazioni. Oppure, in fasi di de-glaciazione: le alluvioni a valle determinano perdita di raccolti ed emigrazioni o, peggio, guerre ed invasioni in territori più ricchi e meno soggetti agli effetti delle mutazioni climatiche. È, questa, una semplice sintesi di riflessioni approfondite e condotte per anni dall’eminente storico francese, che s’interessa tra l’altro alla cultura materiale, alla mentalità ed al rapporto tra uomo ed ambiente, adottando per la comprensione del passato teorie sociologiche ed antropologiche.

Autore (insieme a molti altri scritti) di una fondamentale Histoire du climat depuis l’an mil datata 1967 (la cui traduzione italiana è Tempo di festa, tempo di carestia. Storia del clima dall’anno Mille pubblicata da Einaudi), Emmanuel Le Roy Ladurie ha posto le basi della moderna ricerca storica sul clima e sui ghiacciai. Alla luce dei più recenti progressi della disciplina, quei contenuti riemergono in un’opera monumentale del 2004, Histoire humaine et comparée du climat. Canicules et glaciers, XIIIe-XVIIIe siècle.

 

Nel 1967 Le Roy Ladurie avvia la sua ricerca sugli intrecci fra storia dell’uomo e storia del clima analizzando nello specifico un concetto: quello della sussistenza. Lo storico ritiene che le carestie, provocate in una società contadina (ma non solo) dalle avversità e dalle bizzarrie climatiche, siano in grado di determinare, insieme ad altri fattori, i moti rivoltosi delle masse. Per avvalorare tale tesi, egli usufruisce di varie fonti disponibili dalla fine del XVII secolo, quali le rilevazioni termometriche (da maneggiare con prudenza) ed una serie di indicatori che fanno da termometro: lo stato dei ghiacciai, i dati relativi alle inondazioni, i resoconti sull’aridità, le date dei raccolti e delle vendemmie, i dati di eventi ripetuti, i racconti dei curati e, elemento determinante, l’andamento del prezzo del grano (a partire dal 1523 si conosce il prezzo giornaliero del grano a Parigi). Ebbene, i prezzi salgono appena si ha la percezione di cattivi raccolti a primavera, calano dopo. La questione degli approvvigionamenti diventa quindi un motivo fortissimo di contestazione.

 

Emmanuel Le Roy Ladurie non sostiene un determinismo climatico, ma vuole dare basi climatologiche alla storia delle rivoluzioni. È chiaro che le rivolte abbiano dei presupposti ideologici, ma non si deve sottovalutare quanto possa essere dirompente l’inquietudine provocata dalla paura della miseria e della fame. Quella che Le Roy Ladurie scrive è pertanto una storia naturale dell’uomo: per quanto importanti siano le idee, non si può dimenticare che l’uomo è un essere naturale, influenzato dagli accadimenti climatici. Il clima ha, infatti, svolto, per certi grandi eventi, un ruolo causale o concomitante. Occorre quindi riportare concretezza in una storia che viene troppo spesso situata nella stratosfera delle idee pure.

Un esempio che lo storico francese fornisce è quello delle barricate, che sono state inventate nel 1588, dopo un’estate molto torrida che aveva provocato una carestia. Per quanto in maniera molto meno drammatica, egli dimostra come anche i matrimoni risentano del clima: nella Francia del 1740-1741 le unioni matrimoniali calano del 6% e del 9% a causa del pessimismo dei fidanzati in tempo di crisi. Anche le nascite subiscono, per lo stesso motivo, forti rallentamenti tra il 1940 ed il 1943.

Nel corso della lezione Réflexions sur l’histoire du climat (in francese) che avrà luogo mercoledì 21 maggio 2008 alle ore 20.00 presso l’Auditorio dell’Università della Svizzera italiana, a Lugano (Via Giuseppe Buffi 13), Emmanuel Le Roy Ladurie proporrà una serie di elementi che gli hanno permesso di ricostituire, pazientemente, la storia umana del clima, studiando le antiche osservazioni meteorologiche, le cronache dei viaggiatori, le descrizioni e raffigurazioni iconografiche dei ghiacciai, attirando quindi l’attenzione del vasto pubblico sullo stretto legame esistente fra l’evoluzione del clima e la vita delle società umane. L’ingresso alla conferenza è libero.

Emmanuel Le Roy Ladurie, storico francese dell’Ecole des Annales, è professore emerito al Collège de France, membro dell’Académie des sciences morales et politiques, già amministratore generale della Biblioteca Nazionale di Francia. Allievo di Fernand Braudel, ha iniziato negli anni ‘60 ad interessarsi alla gente comune, persone “senza storia”, di cui riferisce nella sua tesi di dottorato Les paysans du Languedoc (1966). Dà poi nuovo impulso all’antropologia storica con Montaillou, village occitan (1975), uno dei suoi libri più famosi, dove lo studio del registro inquisitoriale di Jacques Fournier, futuro Papa Benedetto XII, fornisce un’analisi della mentalità contadina di un villaggio cataro occitano.

Nel corso degli anni ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti.

Del 2007 è il suo Abrégé d’histoire du climat: du Moyen Age à nos jours, brillante, suggestiva ed istruttiva sintesi dei risultati di 50 anni di ricerche storiche sul clima.

 

Informazioni:

Amanda Prada, Responsabile comunicazione e conferenze, Accademia di architettura di Mendrisio

Tel.: +41 58 666 58 69, e-mail: [email protected]

 

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