Elia Dagani, studente USI alle Universiadi di Chengdu

Foto di Mirjam Leutwyler
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Servizio comunicazione istituzionale

25 Settembre 2023

Studiare per gli esami universitari, allenarsi a scherma per le competizioni: sono i due mondi in cui si muove Elia Dagani, studente della Facoltà di scienze economiche dell’USI e atleta. Due mondi che lo hanno portato, lo scorso agosto, alle Universiadi – formalmente: Giochi mondiali universitari – di Chengdu in Cina.

Nato e cresciuto in Ticino, Elia Dagani ha conseguito il Bachelor in Economia all’Università degli Studi di Milano e adesso frequenta il secondo anno del Master in Management. È uno della decina di sportivi d’élite che frequenta l’Università della Svizzera italiana.

 

Elia Dagani, come è stata l’esperienza delle Universiadi?

Fantastica. L’ambiente è quello delle Olimpiadi, con atlete e atleti di varie discipline. Siamo tutti lì per disputare una gara, ma oltre alla tensione agonistica c’è anche la voglia di conoscersi, di incontrare gente che viene da Paesi diversi e che, proprio come alle Olimpiadi, è riunita tutto in un villaggio riservato agli atleti.
Si è anche tenuta una cerimonia di apertura con la sfilata delle delegazioni di ogni Paese e un grande spettacolo. Alla cerimonia era anche presente il presidente cinese Xi Jinping, cosa che immagino non sia facile avere e che credo dimostri quanto la Cina ci tenesse a questo evento.

 

Rispetto al Bachelor a Milano, com’è la coesistenza di studio e allenamento all’USI?

L’USI mi ha colpito positivamente: a Milano mi sono trovato bene ma, anche se il mio corso era a numero chiuso, è impensabile che il professore ti chiami per nome e avere un contatto diretto con il docente è molto importante per organizzare allenamenti e gare. Qui in USI mi è capitato di non poter sostenere un esame perché ero via per la Coppa del mondo e ho potuto organizzarmi parlando direttamente col professore.

 

Quando ha iniziato a praticare la scherma?

Ho iniziato molto presto, già a 5 anni. Di solito si inizia verso gli 8-9 anni ma io ho voluto cominciare prima perché ero un fan di Zorro: nessuno in famiglia praticava scherma ma guardavamo le cassette di Zorro e così ho voluto iniziare. L’allenatore dal quale siamo andati aveva detto che era un po’ presto e che al massimo si poteva fare una lezione di prova… ma ho continuato, all’inizio a livello amatoriale, poi le prime gare, le prime medaglie, poter giocare nella selezione nazionale svizzera…

 

Grosso modo quante ore dedica all’allenamento?

In un periodo un po’ intenso si può arrivare fino a 20 ore settimanali, due ore al mattino e due ore la sera. Non è semplice da gestire, dovendo anche studiare, ma con un po’ di organizzazione, di rigore e di voglia ce la si fa.

 

Fino a che età si può praticare scherma?

In realtà è uno sport abbastanza longevo: si può arrivare a praticarlo, a livello professionistico, anche fino a 35 anni. Un campione del mondo ha conquistato la medaglia addirittura a quarant’anni. Molto dipende dal proprio stile di gioco: chi è più fisico magari dura meno di chi ha un altro stile.
Il problema è che in Svizzera non si vive di scherma: quando si è in attività si può contare su qualche sponsor, ma certamente non abbastanza per poter poi vivere di rendita. Per questo tutti fanno in parallelo qualcos’altro, così da non restare a piedi una volta conclusa la carriera sportiva.

 

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