Presentato il primo Bilancio di genere dell'Università della Svizzera italiana

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Servizio comunicazione istituzionale

21 Giugno 2023

Una istituzione in evoluzione, accogliente ma nella quale restano dinamiche segregative che portano a uno svantaggio femminile in alcuni settori e discipline. È questa la situazione, relativa al periodo 2017-2020, che emerge dal Bilancio di genere dell’USI. Questo documento, pubblicato in occasione dello sciopero femminista del 14 giugno 2023, è stato presentato in un incontro che si è svolto venerdì 16 giugno. “È importante misurare la parità nelle sue diverse manifestazioni per capire dove è urgente intervenire e monitorare i progressi fatti”, ha sottolineato durante l’incontro la Rettrice nominata Luisa Lambertini, aggiungendo che l’USI dovrà ancora di più impegnarsi nel sostenere le carriere femminili a tutti i livelli, agendo in particolare sulle procedure di selezione.

Il Bilancio di genere è stato realizzato dall’USI in collaborazione con l’associazione Equi-lab e con il sostegno finanziario di swissuniversities. Si tratta di uno strumento essenziale per verificare il recepimento dei principi di parità e di pari opportunità nel contesto organizzativo e gestionale dell’USI e per individuare e scardinare i meccanismi di produzione delle asimmetrie di genere.

Questo documento è stato pubblicato in occasione dello sciopero femminista ma, ha precisato la Prorettrice per le pari opportunità Sonja Hildebrand, non è una rivendicazione di parte quanto un’iniziativa a vantaggio di tutta la comunità e dell’eccellenza istituzionale dell’USI. L’Università della Svizzera italiana è una delle prime università in Svizzera e una delle poche istituzioni in Ticino a essersi dotata di un Bilancio di genere; strumento che costituisce un importante punto di partenza per migliorare la situazione, ha affermato Francesca Scalici, responsabile del Servizio pari opportunità.

Il Bilancio di genere presenta sia una analisi della comunità universitaria con l'obiettivo di quantificare la segregazione orizzontale e verticale, sia un’analisi della gender governance dell’USI ed è integrato da un’analisi dei bisogni di conciliazione di tutta la comunità. All’interno della popolazione studentesca vi è una sostanziale parità di genere, anche se con importanti squilibri tra aree disciplinari (segregazione orizzontale). All’interno del corpo professorale e intermedio vi è invece un forte squilibrio che si accentua con la progressione della carriera accademica. Per questo, il Bilancio di genere indica come aree di intervento la conciliazione tra carriera accademica e vita familiare e il miglioramento del lavoro delle commissioni di nomina e di promozione.

In generale, il documento evidenzia la gradualità dei progressi compiuti in questi anni. Di fronte ad alcuni miglioramenti – ad esempio con la progressiva integrazione del principio di parità nelle disposizioni statutarie, nelle direttive e in altri strumenti normativi – si rileva come questi passi avanti si confrontino con l’inerzia di un contesto ancora dominato da modelli di riferimento e da reti relazionali soprattutto maschili. È auspicabile completare il processo di istituzionalizzazione della parità di genere e ampliare la gamma dei parametri di misurazione, così da poter approfondire e comprendere le molte sfaccettature del problema. È inoltre importante fornire attività di formazione e sensibilizzazione rivolte a tutta la comunità accademica che contribuiscano a scardinare gli stereotipi e le dinamiche invisibili che impattano sulla parità di genere e sull’inclusione.

 

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