Trasformazione digitale e identità collettiva delle organizzazioni

Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? - Paul Gauguin. Olio su tela
Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? - Paul Gauguin. Olio su tela

Servizio comunicazione istituzionale

28 Novembre 2022

Esaminare come la trasformazione digitale sta cambiando il modo in cui le organizzazioni costruiscono la loro identità collettiva. È questo l’obiettivo del progetto intitolato New Ways of Making Sense of Who We Are: How Digital Transformation Challenges Organizational Identity Construction, condotto dalla dottoressa Alessandra Zamparini, docente-ricercatrice alla Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI. Lo studio è uno degli otto progetti USI che ha ottenuto responso positivo dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS), nella seconda tornata annuale.

 

Dottoressa Zamparini, il progetto è incentrato sull’identità organizzativa, di cosa si tratta?

L’identità organizzativa è la risposta che i membri di un’organizzazione si pongono quando si chiedono: “Chi siamo?”. Più nello specifico riguarda le percezioni e la comprensione comune riguardo a quelli che sono i tratti centrali e distintivi che rendono l’organizzazione un’entità unica e distinguibile da tutte le altre.

Il concetto di identità soddisfa il bisogno di sviluppare un senso collettivo del sé, di articolare i valori fondamentali dell’organizzazione e di agire secondo assunti profondamente radicati su “chi siamo ora” e “chi possiamo diventare”. In questo senso un’identità organizzativa chiara permette ai membri di sviluppare un senso di scopo comune e anche un buon livello di identificazione e coinvolgimento.

L’identità organizzativa non ha solamente risvolti importanti per gli individui, ma si è rivelata anche un concetto fondamentale a livello aziendale per guidare decisioni strategiche, la comunicazione con stakeholder esterni e infine per affrontare importanti cambiamenti senza perdere il collegamento con il proprio passato e nucleo valoriale.

 

Qual è l’obiettivo dello studio?

Il progetto di ricerca esamina come la trasformazione digitale stia interessando e cambiando i modi tradizionali in cui le organizzazioni e i propri membri costruiscono un senso di identità collettiva.

Il progetto prende in considerazione non tanto la digitalizzazione in quanto tale, ma piuttosto alcuni aspetti organizzativi che la trasformazione digitale porta con sé, e che sembrano intaccare i tradizionali meccanismi alla base della costruzione identitaria intersoggettiva dei membri di un’organizzazione, in particolare i modi in cui le persone attribuiscono un senso alla propria realtà e influenzano l’attribuzione di senso da parte di altri (sensegiving).

 

Come mai concentrarsi su questo tema?

Nonostante le conoscenze sull’identità organizzativa siano ben sviluppate, le attuali trasformazioni del panorama competitivo e delle pratiche organizzative, abilitate dalle tecnologie digitali, sembrano mettere in discussione quanto gli studiosi hanno osservato finora.

 

A che domande vuole rispondere?

Una prima domanda riguarda l’attenuazione dei confini organizzativi. La trasformazione digitale implica una maggiore porosità dei confini organizzativi, sia interni (ad es. modelli agili favoriti dalla digitalizzazione) che esterni (ad es. partecipazione in ecosistemi digitali di produzione e consumo). I confini sono un concetto basilare per la costruzione sociale delle identità, in quanto permettono di distinguere il proprio gruppo da altri gruppi e sviluppare un senso di appartenenza.

Una seconda domanda riguarda le identità lavorative degli impiegati che si sviluppano sempre più spesso all’interno di team di progetto inter-organizzativi e spesso al di fuori del tradizionale perimetro aziendale, con una perdita di rilevanza di quelli che tradizionalmente erano i principali referenti sociali (ad es. superiori, colleghi stabili).

Una terza domanda riguarda le interazioni interpersonali che, grazie a fenomeni come lavoro flessibile e da remoto, diventano sempre più mediate virtualmente, cambiando quindi i tipici rituali della “messa in scena” dell’identità organizzativa e dei suoi valori fondanti nelle interazioni quotidiane.

Infine, l’ultima domanda affronta il tema dello sbilanciamento temporale delle comunicazioni aziendali, chiedendosi in che modo la pervasiva retorica futuristica che caratterizza le comunicazoni delle aziende coinvolte nella trasformazione digitale influenzi la costruzione dell’identità organizzativa.

 

In cosa consiste la ricerca?

La ricerca della durata di quattro anni si baserà sull’analisi di un caso di studio rivelatorio, un’azienda (anonimizzata) che nasce tradizionale e che sta affrontando un processo di trasformazione digitale. Un contesto che permetterà quindi di osservare in diretta quei processi che sono oggetto di interesse delle domande di ricerca e sviluppare nuova teoria sui processi di costruzione identitaria.

In linea con una tradizione di studio che vede l’identità organizzativa come una costruzione sociale, la ricerca adotta un approccio di grounded theory, un metodo qualitativo che ha appunto l’obiettivo di generare teoria a partire dai dati raccolti sul campo, particolarmente utile a studiare fenomeni organizzativi dal punto di vista delle interpretazioni soggettive degli attori che ne fanno parte.

I dati saranno raccolti da più fonti all’interno dell’azienda attraverso diversi metodi etnografici che spesso si accompagnano alla grounded theory. Il team di ricerca, oltre alla sottoscritta, prevede la partecipazione di una/o studentessa/studente di dottorato finanziata/o su fondi del progetto. Inoltre, la ricerca vedrà la partecipazione di due partner esterni, Kevin Corley e Ileana Stigliani, dell’Imperial College Business School di Londra, che sono riconosciuti esperti internazionali in materia di identità organizzativa e metodi di ricerca qualitativa.

 

Quali sono o potrebbero essere i risvolti a livello teorico e pratico di questo lavoro?

In questo momento storico ci si domanda spesso cosa stiano diventando le organizzazioni, come le persone interagiscano per organizzarsi e cosa dobbiamo aspettarci dalla rapida evoluzione delle tecnologie digitali. Siamo ancora lontani dall'avere una risposta. Credo che l’identità sia un concetto chiave per esaminare queste domande più ampie, e contribuire almeno in parte alla risposta.

Da un punto di vista teorico il progetto intende contribuire principalmente alla teoria dell’identità organizzativa, riesaminando il funzionamento del sensegiving e del sensemaking identitari alla luce dei cambiamenti portati dalla trasformazione digitale. Oltre a questa principale area di contributo, grazie a un focus etnografico sulle interazioni mediate digitalmente, i risultati del lavoro intendono contribuire a dibattiti teorici più ampi sul ruolo della materialità digitale nell'organizzazione. Infine, lo studio degli usi retorici del futuro nel sensegiving identitario permetterà di contribuire a una maggiore comprensione sui processi temporali nella costruzione e comunicazione identitaria e a un più ampio dibattito sulle pratiche di futuremaking nell'organizzazione.

Da un punto di vista pratico i risultati della ricerca forniranno dati utili alla comprensione delle sfide di gestione dell’identità organizzativa, con rilevanti implicazioni manageriali. I risultati potranno fornire spunti utili anche per le istituzioni e le associazioni professionali attive nelle politiche di sostegno alla trasformazione digitale.

 

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